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Il piano

Il fermento nel quartiere malfamato: «Vogliamo cambiarne la narrazione e ricucirlo alla città»

A Librino, rione per molti sinonimo di criminalità e degrado, un gruppo di associazioni , tra cui alcune storiche della zona - Briganti Rugby, Talità Kum, Terre Forti, HdueO - insieme alle scuole Musco, Pestalozzi e Brancati, stanno "co-progettando" il quartiere. Non gli spazi, ma la percezione. A guidare il percorso Catania Book Festival con Voci Urbane, KataniaMP e soprattutto Fermento Urbano

Leandro Perrotta

05 Dicembre 2025, 09:33

10:41

Librino, c'è “fermento” per riprogettare il quartiere. Ma non fisicamente: «Vogliamo cambiarne la narrazione»

Librino in fermento

Il quartiere di Librino torna in fermento grazie a una nuova iniziativa di co-progettazione partecipata dal basso. Anzi: in “Fermento Urbano”, che è anche il nome dell’Ets, guidata da Marco Cutispoto, che sta “facilitando” un percorso per la ridefinizione della narrazione di un quartiere enorme e complesso, quasi ogni giorno al centro delle cronache. Tra le ultime, l’incendio della biblioteca dell’Istituto omnicomprensivo Pestalozzi di viale Nitta. E la cultura è al centro dell’operazione: è partita dal Catania Book Festival - che tornerà il 24, 25 e 26 aprile 2026 con la sesta edizione - e dal suo ideatore Simone Dei Pieri. Quest’anno gli organizzatori hanno pensato a una giornata a Librino, con un programma partecipato e condiviso, realizzato in collaborazione anche con KataniaMP. E soprattutto «grazie a Voci Urbane - spiega Dei Pieri - l’impulso è partito da due educatrici che lavorano nel quartiere, Eva Trecarichi e Simona Galletta, e noi abbiamo accolto l’invito. Faremo da “tendone” per raccogliere le istanze, perché la cultura non può restare nei salotti, ma deve essere attiva. In questo caso per un cambiamento del modo di vedere il quartiere Librino, per ricucire un rapporto con la città».

Il tutto si vuole farlo «con attività di sensibilizzazione ambientale e di genere, attività formative, opere di street art, teatro e mappatura dei luoghi», spiega Cutispoto, esperto in Pianificazione territoriale, Urbanistica e Paesaggistico-ambientale. Anche perché, accanto alla cronaca, Librino è già oggi un luogo di “fermento” con dinamiche positive e attività d’impatto, come quelle che caratterizzano il “Campo San Teodoro Liberato”, con i Briganti Rugby e la “Librineria”, spazio dedicato alla cultura. Proprio qui mercoledì si è tenuto il secondo partecipatissimo incontro dopo un primo il 28 ottobre tenutosi al Palazzo della Cultura.

L’obiettivo dichiarato della co-progettazione è il “contrasto alla povertà educativa”, e per farlo una cinquantina di persone, semplici cittadini ma anche e soprattutto membri di realtà del territorio - dai Briganti, passando per l’associazione sportiva HdueO, al centro Talità Kum e all’associazione Terre Forti che operano da decenni a Librino. A queste se ne sono aggiunte anche tante altre come Officina Socialmeccanica, Associazione Musicale Etnea, Algos, Chissàdove, Ricreiamo l'Agorà, Aps Centro Famiglie, Cesvi Ets, Cope Ets, CleanUp Sicily, Teach For Italy, i centri di formazione Eris e Arché, e soprattutto le scuole del quartiere: gli omnicomprensivi Angelo Musco e Pestalozzi e il comprensivo Brancati. «Ma le adesioni sono sempre aperte», specifica Dei Pieri.

Un momento della co-progettazione al Campo San Teodoro dei Briganti il 3 novembre

«Adesso - spiega ancora Cutispoto - metteremo insieme le idee emerse nei vari tavoli. Faremo un ulteriore incontro a gennaio, ma l’obiettivo è fare le prime attività nel territorio già nella settimana successiva al Catania Book Festival, ovvero dal 27 aprile al 3 maggio». Attività che si svolgeranno «all’intero degli istituti scolastici, ma anche in luoghi pubblici come piazza dell’Elefante che ha oggi il nuovo skate park. E soprattutto lungo le spine verdi, con percorsi per far conoscere il quartiere. A oggi le idee progettuali che andranno definite nei dettagli sono sette, ma l'intenzione è quella di costruire un intervento a lungo termine con una visione che guarda già al 2027. Si vuole così superare la logica degli interventi "toccata e fuga", operando nel pieno rispetto del quartiere e di chi lo abita», conclude Cutispoto.