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Il provvedimento

Catania, i fratelli paninari grossisti di droga e il sequestro di beni al «pericoloso» Vitale

Un nuovo capitolo dell'inchiesta della finanza denominata “Slot machine”: sigilli a un immobile, a un bar e a una rivendita di alimenti e bevande

Francesca Aglieri Rinella

06 Dicembre 2025, 00:10

Catania, i fratelli paninari grossisti di droga e il sequestro di beni al «pericoloso» Vitale

Un immobile, denaro contante, un bar e una attività commerciale specializzata nella somministrazione di alimenti e bevande: scattano i sigilli ai beni del valore di oltre 300mila euro riconducibili a Giuseppe “Pinuccio” Vitale, 56 anni, ritenuto contiguo al clan Cappello Bonaccorsi. Arrestato a febbraio 2023 e condannato un anno dopo nell’ambito dell’operazione “Slot machine” condotta dal Gico della Guardia di Finanza per traffico organizzato e spaccio di sostanze stupefacenti, aggravato dall’aver agevolato il clan, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni.

In quel contesto, le indagini avevano consentito di ricostruire l’operatività sul territorio della provincia di un’associazione criminale diretta da Giuseppe Vitale e dai suoi tre fratelli Franco detto “Ciccio”, 48 anni, Fabio, 51 e Santo, 61 anni che nel biennio monitorato 2018-2020 avrebbero gestito un ingente traffico di sostanze stupefacenti di cocaina, marijuana e hashish, fungendo da “grossisti” per conto di specializzati nell’approvvigionamento delle piazze di spaccio.

I fratelli Vitale si sarebbero assicurati stabili forniture di rilevanti quantità di droga attraverso due canali principali: il primo con base operativa in Figline Valdarno in Toscana e il secondo attivo in città, riconducibile a due indagati entrambi di Misterbianco. Il trasporto e la custodia della merce acquistata sarebbero poi stati garantiti dai diversi indagati che avrebbero gestito i siti di stoccaggio tra Catania, Gravina di Catania, Misterbianco e il Villaggio di Ippocampo di mare. I finanzieri si sono poi imbattuti in un secondo gruppo dedito al traffico organizzato di stupefacenti - indipendente da quello dei fratelli Vitale - che avrebbe impiantato una vastissima piantagione di cannabis su un terreno di circa 1.500 mq nella zona della cascata “Oxena” tra Militello in Val di Catania e Grammichele, occupandosi poi della coltivazione e delle successive fasi di lavorazione e vendita di ingenti quantità di marijuana.

Da qui il grande salto criminale dei fratelli Vitale e l’ascesa da paninari a “narcos” che avrebbero reimpiegato i proventi illeciti del traffico di stupefacenti in attività commerciali lecite, con lo scopo di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniali. L’azione del gruppo dei fratelli Vitale sarebbe contraddistinta anche dal contatto con un uomo del clan Cappello-Bonaccorsi. Secondo gli investigatori, infatti, i quattro avrebbero fatto riferimento al loro cognato Santo Aiello, esponente del clan, per favorire la propria attività di narcotraffico.

Alla luce del profilo criminale ricostruito durante le indagini, “Pinuccio” Vitale è stato inquadrato come “pericoloso per la società” perché avrebbe vissuto abitualmente con i proventi di attività delittuose, essenzialmente derivanti dall’operatività criminale dell’associazione a delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti da lui diretta. I finanzieri del nucleo Pef etneo hanno eseguito nei suoi confronti specifici accertamenti economico‑finanziari, individuando disponibilità e beni non compatibili con i redditi provenienti da attività lecite e come tali indicativi di una chiara sproporzione tra le ricchezze concretamente accumulate e le fonti di guadagno dichiarate, di modesta entità.


In base agli elementi acquisiti e su proposta della procura, la sezione misure di prevenzione del tribunale ha disposto il sequestro di prevenzione di un immobile a Catania, di denaro contante, del bar “Caffè in piazza” di piazza Chiesa Madre nel quartiere San Giovanni Galermo e di una ditta individuale esercente l’attività di somministrazione di alimenti e bevande per un valore complessivo stimato di oltre 300mila euro.