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La guerra dei tributi

Tari “tolta” a Invitalia, bufera su dirigente

Il dirigente di nomina fiduciaria Massimo Rizzuto intervenne chiedendo l’esenzione della società durante un accertamento, il fatto fu messo a verbale e partì la nota della Ragioneria per l’esposto in Procura. Interrogazione delle opposizioni

Salvatore Ferro

08 Dicembre 2025, 10:59

Tari “tolta” a Invitalia, bufera su dirigente

I fatti sono definiti «di eccezionale gravità», formalizzati con la relazione tecnica del 10 giugno 2025 dalla responsabile dell’ufficio tecnico dell’area Entrate e tributi. Una settimana prima, i funzionari avevano fatto visita alla sede di Invitalia ai Cantieri della Zisa incontrando «il chiaro comportamento ostruzionistico dei due dipendenti presenti», con «rifiuto di sottoscrivere il verbale». A quel punto, «si registra l’intervento di Rizzuto, il quale “agiva senza alcun titolo rispetto alla società”». La nota definisce «l’interferenza fatto anomalo, ingiustificabile e potenziale sintomo di profili di illiceità». Non è tutto: «Il dirigente, anziché favorire il corretto svolgimento delle operazioni, assumeva una posizione a sostegno del soggetto accertato e, fatto di inaudita gravità, dichiarava che detta società aveva preso accordi con l’amministrazione relativamente al pagamento Tari, asserendo di averne discusso con il dirigente Fabrizio La Malfa.

«Affermazione rigorosamente smentita da successive verifiche». In sostanza, la responsabile dell’ufficio tecnico ha chiesto direttamente a La Malfa, «appurando che il regolamento non prevede possibilità di accordi per la cancellazione di un tributo». In fila i possibili profili di illiceità: «Condotta fonte di profonda preoccupazione in un quadro di palese violazione dei più elementari doveri di ufficio, di lealtà e di imparzialità, con dichiarazioni mendaci tese a rappresentare una presunta e illecita prassi extra ordinem. Un potenziale grave illecito idoneo a configurare una “red flag” di massima allerta per il controllo interno e di anticorruzione». Le misure ritenute doverose: «Procedimento disciplinare, valutazione del responsabile trasparenza e anticorruzione (il segretario generale, ndr), la comunicazione formale a Invitalia sul comportamento dei suoi dipendenti, esposto alla procura».

Sulla vicenda si innesta lo scontro sulla mancata sottoposizione a procedimento disciplinare, oltre che dello stesso Rizzuto, pure di Marilena Sireci, anche lei di nomina fiduciaria e co-firmataria, il 19 settembre, della nota sulle progressioni verticali finita tra i capi di addebito di Mandalà e La Malfa, e di sei avvocati comunali tra i quali il capo Vincenzo Criscuoli, oltre a Rosa Vicari, in seguito a condanna della Corte dei conti: materia dell’esposto presentato a procura e Anac da parte delle opposizioni il 21 novembre sulla scia del caso dell’esternalizzazione dei servizi di riscossione e accertamento.

Ora arriva un’interrogazione a firma di Giulia Argiroffi, Ugo Forello di Oso, Mariangela Di Gangi del Pd, Concetta Amella, Antonino Randazzo del Movimento 5 stelle, Massimiliano Giaconia, Carmello Miceli del gruppo misto, Fabio Giambrone, Alberto Mangano di Avs.

L’atto chiede conto «del canone concessorio dovuto da Invitalia spa, dell’ammontare del debito Tari, di chiarire a quale titolo Rizzuto abbia partecipato al sopralluogo, quali provvedimenti disciplinari siano stati adottati, quali le valutazioni del responsabile anticorruzione, Raimondo Liotta, e del direttore generale Eugenio Ceglia, se sia stato trasmesso un esposto alla procura della Repubblica».