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La battaglia degli ex Pip: servono 30 milioni l’anno per portare al tempo pieno gli oltre 1.800 lavoratori

Vertice in Regione sul passaggio a 36 ore che aumenterebbe gli stipendi ma renderebbe la spesa strutturale

Accursio Sabella

09 Dicembre 2025, 06:06

La battaglia degli ex Pip: servono 30 milioni l’anno per portare al tempo pieno gli oltre 1.800 lavoratori

I numeri, tutto sommato, sono chiari a tutti. Per portare a 36 ore settimanali il lavoro dei 1853 ex Pip assunti in Sas servono 30 milioni. Ma adesso, la battaglia è proprio su questo tesoretto, necessario per passare gli ex precari a tempo pieno, appunto. Se ne parlerà probabilmente anche oggi, a Palazzo d'Orleans, nel corso del vertice di maggioranza convocato dal presidente della Regione Renato Schifani. Quello dei lavoratori, infatti, è uno dei temi più caldi della finanziaria che è stata esitata in commissione bilancio. Dove è piovuto un emendamento che ha avuto come promotrice Marianna Caronia (Noi Moderati), e al quale si sono aggiunti esponenti di maggioranza e di opposizione: dai deputati di centrodestra Vincenzo Figuccia (Lega), Fabrizio Ferrara (Fdi) e del gruppo Mpa, a quelli di Pd e M5S.

Sono oltre 1800, come si è detto, gli ex lavoratori di Emergenza Palermo, passati attraverso tante e lunghe vicissitudini, fino alla Sas, guidata attualmente dal cuffariano Mauro Pantò. Un'assunzione collettiva che aveva spinto – non senza ragione – il governo regionale a parlare di «fine del precariato». In effetti quella degli ex Pip era la categoria più numerosa di chi cercava una stabilità attraverso la Regione. Stabilità che ha portato, però, con sé un piccolo paradosso: l'assunzione in Sas, infatti, è avvenuta a “invarianza di spesa” rispetto ai soldi annualmente stanziati per pagare il sussidio da circa 950 euro. Così, complici le tasse sui contratti, i Pip lavorano sì, di meno (cioè 18 ore e mezza per la categoria B e 20 ore per la “A”), ma alla fine del mese, in tasca restano circa 885 euro, compreso il bonus Renzi da 100 euro.

Oggi, i Pip di categoria A e B, a cui vanno aggiunti altri precari storici come gli “ex Keller”, che lavorano per 26 ore e mezza ma sono un numero assai esiguo (37 in tutto) e quindi economicamente meno “impegnativi”, costano alla Sas e quindi alla Regione che è socio di maggioranza dell'azienda, complessivamente 41 milioni di euro e rotti. Il passaggio a 36 ore costerebbe 71 milioni: ecco i 30 milioni finiti nell'emendamento di Caronia e degli altri. Un intervento che porterebbe gli stipendi dei Pip a cifre tra i 1.600 e i 1.700 euro, mensili.

Ma dal governo stanno provando a fare bene i conti. Perché questa spesa diventerebbe strutturale: servirebbero quindi 71 milioni anche per gli anni che verranno. Così, si fanno strada ipotesi di aumento “parziale”: magari a 30 ore. In questo caso l'esborso sarebbe di 20 milioni l'anno.

«I Pip – spiega Caronia - ricevono uno stipendio al di sotto della soglia di povertà. Se il governo deve fare uno sforzo, bisogna farlo per tutte le categorie, anche graduale, magari. Bisogna ricordarsi che questi lavoratori sono entrati in quel bacino ormai 30 anni fa. È il momento di scrivere la parola fine. Comprendo la preoccupazione per l'impegno economico importante, considerato che diventa strutturale. Ma se riuscissimo a trovare il modo, libereremmo duemila famiglie dal bisogno». Il deputato leghista Vincenzo Figuccia afferma di riporre «molta fiducia nel governo, nei colleghi e nel presidente Schifani, di cui conosco sensibilità politica e umana; con lui - aggiunge - ho avuto numerosi confronti sul tema e sono certo che, anche alla luce delle disponibilità finanziarie che saranno comunicate dall’assessore al bilancio, si arriverà alla migliore soluzione possibile».