10 dicembre 2025 - Aggiornato alle 00:21
×

report sanità

Sanità, bocciati 43 ospedali siciliani da Agenas. Ma sono sei in meno dell'anno scorso

Il report annuale dell'Agenzia del ministero della Salute segnala le strutture sanitarie da avviare a un percorso di revisione. Mortalità per infarto e parti cesarei aree critiche

Salvo Catalano

09 Dicembre 2025, 14:50

19:23

corsia ospedale

L'Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali del ministero della Salute, segnala 43 ospedali siciliani con livello basso o molto basso nella valutazione di qualità del 2025. È la seconda Regione italiana più critica dopo la Campania, per cui le bocciature sono 51. Nelle 43 strutture dell'isola rimandate vengono segnalati 103 audit, percorsi di verifica affiancati dalla stessa Agenas e dal ministero.

È quanto emerge dalla nuova edizione del Programma Nazionale Esiti (PNE) 2025, basata sui dati relativi al 2024. I 218 indicatori calcolati permettono di confrontare le strutture ospedaliere per acuti, in maniera puntuale e nel dettaglio, per ogni aspetto indagato. La valutazione prende in esame otto ambiti: cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare e nefrologia.

In tutta Italia sono state individuate 197 strutture - su 1.117 strutture di ricovero, pubbliche e private, valutate - da sottoporre ad un processo di revisione della qualità tramite audit. Lo scorso anno erano 239. Nel 2025 in particolare gli ospedali rimandati ad un percorso di Audit con Agenas e ministero per la revisione degli standard di qualità sono: 51 in Campania, 43 in Sicilia, 19 nel Lazio, 19 in Puglia, 14 in Lombardia, 11 in Calabria, 10 in Sardegna, 7 in Piemonte, 5 in Abruzzo, 5 in Basilicata, 3 in Liguria, 2 in Veneto, 2 nelle Marche, 2 in Toscana, 1 in Molise, 1 in Friuli Venezia Giulia, 1 P.A. Bolzano, 1 in Emilia Romagna, 0 in Val d'Aosta, provincia autonoma di Trento e Umbria, per un totale di 197 strutture. 

Anche in Sicilia il numero è in leggero calo: rispetto all'anno scorso ce ne sono sei in meno. Sono usciti dalla segnalazione per audit l'ospedale S. Marta e S. Venera Acireale, l'ospedale Maggiore di Modica, l'Humanitas Istituto Clinico Catanese di Misterbianco, l'Istituto Oncologico Del Mediterraneo di Viagrande, la Casa Di Cura Maria Eleonora Hospital di Palermo e l'Irccs Ismett di Palermo. 

Ma restano molte le criticità. Nell'isola si segnala in particolare una percentuale ancora troppo alta di parti con taglio cesareo, sopra il 35 per cento. In ambito cerebrovascolare, è possibile analizzare per area territoriale di residenza la mortalità a 30 giorni da un ricovero per ictus ischemico, con l’obiettivo di valutare il livello di garanzia di un efficace percorso assistenziale ospedaliero per i residenti nei differenti territori. In un quadro generale tendenzialmente positivo, si evidenzia però una certe differenza Nord-Sud. Si registrano valori di mortalità superiori alla soglia del 12,9%, prevista dal Nuovo Sistema di Garanzia, in alcune aree di Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Molise e della Sicilia (in particolare nelle province di Siracusa ed Agrigento).

Alta percentuale di mortalità a 30 giorni da un intervento di bypass aorto-coronarico isolato (Bac) e da un intervento sulle valvole cardiache. Per entrambi gli indicatori (calcolati dal Pne su base biennale), la soglia è fissata al 4%. Nel 2024 la variabilità territoriale tra strutture è rimasta complessivamente elevata in alcuni contesti, in particolare la Sicilia è stata l'unica regione a sforare tale media, tra 3 e 6%

La Sicilia, invece, si trova al di sopra della soglia ottimale del 60% per gli interventi di angioplastica coronaria percutanea transluminale (Ptca) eseguita entro 90 minuti dall'arrivo in ospedale su pazienti con infarto miocardico acuto con sopraslivellamento del tratto ST (Stemi). 

In Italia «le strutture che mostrano livelli bassi o molto bassi di aderenza agli standard di qualità sono risultate 14: si tratta di piccole realtà ospedaliere valutate su poche aree cliniche, mentre nessuna tra le strutture plurispecialistiche più grandi mostra situazioni di gravi criticità. Specularmente - sottolinea Agenas - le strutture che ottengono livelli di valutazione alti/molto alti su tutte le aree valutate sono di poco superiori al 10% di quelle complessivamente analizzate", e sono pari a 189 strutture su 117 valutate».