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Augusta

Gara sul depuratore in bilico e il commissario vuole andare avanti

Il contenzioso: il 26 febbraio è fissata l’udienza di merito al Tar sulle obiezioni di Aretusacque

09 Dicembre 2025, 15:36

Gara sul depuratore in bilico e il commissario vuole andare avanti

Sono ventidue le offerte presentate: nel corso di questa settimana Sogesid e il commissario unico per la Depurazione potrebbero decidere di proseguire comunque l’iter di gara con le valutazioni, fino all’ipotesi di aggiudicazione. Nonostante tutto. Nonostante la gara sia chiaramente a rischio.

C’è un nuovo busillis che aleggia sopra le teste dei cittadini del Siracusano: riguarda la agognata realizzazione del depuratore di Augusta, opera la cui assenza ha fatto vergognare generazioni di cittadini del comune megarese (il maggiore per numero di abitanti, dopo il capoluogo), tolto loro la balneabilità dell’unico mare urbano possibile, quello che dà le spalle alla zona industriale. Opera in carico alla struttura commissariale nazionale per la depurazione, sancita da un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, che nell’agosto del 2023 ha ereditato tre decreti di Consigli dei ministri con alcune finalità «obbligatorie e vincolanti», tra cui la realizzazione «dell’impianto depurativo e rete fognaria di Augusta», per uscire dall’infrazione comunitaria.

Lo scorso 23 ottobre, dopo anni di nulla, attingendo a somme stanziate con delibera Cipe, e ulteriori investimenti dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc), raggiunto il finanziamento di circa 60 milioni di euro, il commissario per la Depurazione, Fabio Fatuzzo, riusciva a pubblicare il bando di gara avvalendosi della partecipata statale Sogesid. Un traguardo salutato come «storico» dal sindaco di Augusta, Giuseppe Di Mare.

Ecco, mezz’ora dopo la chiusura dei termini della gara, lo scorso 21 novembre, il bando è stato impugnato. E non da una società qualsiasi, ma da Aretusacque, la società mista, pubblico/privata (49% Acea e 51% 19 Comuni della provincia di Siracusa), che gestirà in quest’ambito il servizio idrico integrato per i prossimi trent’anni. Aretusacque, che si è costituita la scorsa fine di luglio e non è ancora operativa, perché non ha ancora stipulato la convenzione con l’Ati idrico, ha trovato il tempo di impugnare questo bando al Tar, chiedendone l’annullamento. Rivendica a sé il finanziamento e il diritto a indire, a propria volta, la gara, in quanto l’opera è inserita nel Piano d’ambito, che è lo strumento di pianificazione degli obiettivi del servizio idrico integrato. Il Tar di Catania, venerdì scorso, non ha concesso la sospensiva, ritenendo che «le esigenze cautelari di parte ricorrente» siano adeguatamente tutelate «da una sollecita definizione del giudizio»: fissata dunque l’udienza il 26 febbraio.

«A norma di legge possiamo andare avanti, perché non c’è sospensiva – dice a La Sicilia il commissario Fabio Fatuzzo - Valuteremo con Sogesid se vale la pena. I commissari che mi hanno preceduto hanno ricevuto l’incarico dal governo di eseguire i lavori sin dal 2015: hanno messo a bando la progettazione, l’hanno eseguita. Mentre la gara per la gestione del servizio idrico è stata aggiudicata agli inizi del 2025. Quindi siamo fiduciosi che il Tar ci dia ragione, ma poi c’è il Cga.» Si deciderà in queste ore se fare una scelta di principio, o avere prudenza. Era trapelata la voce che, prima dell’indizione della gara, Aretusacque avesse prodotto una diffida: Fatuzzo smentisce. «Arrivata una mail senza allegato».

Ma non è finita. C’è un sotto-busillis che agita il mare della politica siracusana, sotto la superficie apparentemente calma. Tra gli organi societari di Aretusacque c’è anche quello a espressione pubblica, il consiglio di Sorveglianza, che non sapeva del ricorso: «A me, come componente del consiglio di Sorveglianza (Cds) – dice Massimo Carrubba, ex sindaco di Augusta - non risulta ci sia stata alcuna delibera, né del consiglio di Gestione, né tantomeno del Cds, che autorizzasse il ricorso. Fermo restando le competenze – conclude polemico con la parte privata - ritengo occorra più concertazione su decisioni di questa natura».