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«Novantadue infortuni non sono una statistica»: l’allarme edilizia a Enna e la sfida (non rinviabile) della prevenzione

Dalla crescita delle denunce alla stretta sulle regole: cosa sta succedendo nei cantieri ennesi e in Sicilia, tra grandi opere, sotto-inquadramenti e una “patente a crediti” che divide

Redazione Enna

09 Dicembre 2025, 17:55

“Novantadue infortuni non sono una statistica”: l’allarme edilizia a Enna e la sfida (non rinviabile) della prevenzione

Le cifre fornite dalla Fillea Cgil sugli infortuni sul lavoro raccontano una tendenza che merita attenzione: in provincia di Enna, le denunce complessive di infortunio sono passate da 540 nei primi nove mesi del 2024 a 573 nello stesso periodo del 2025: un incremento di circa +6%. Applicando il “peso medio” dell’edilizia sul totale siciliano, ci si sarebbe aspettati più o meno una cinquantina di casi. Invece, nel settore costruzioni le denunce esplodono a 92 nel 2025, contro 75 nel 2024. Un divario che non è un refuso, ma un campanello d’allarme.

Non “fisiologia”, ma un segnale inequivoco

A puntare il dito è Salvo Carnevale, segretario generale della Fillea Cgil Enna e responsabile salute e sicurezza della Fillea Cgil Sicilia. Secondo il sindacato, il territorio non è il più industrializzato dell’Isola, ma vive una stagione di cantieri “tanti e complessi”, sospinti anche dall’impatto delle grandi opere e dall’onda lunga dei lavori pubblici. Per la Fillea, il nodo non è episodico: sotto‑inquadramenti, contratti a termine, subappalti a catena e prevenzione “sottoutilizzata” compongono un mix che spinge il rischio verso l’alto. Non a caso, la categoria chiede più ispezioni, formazione obbligatoria e un “Patto territoriale per la sicurezza in edilizia” che metta allo stesso tavolo Prefettura, enti locali, parti sociali e organismi di vigilanza.

Cosa dicono, davvero, i dati

Enna, Sicilia, Italia: il quadro comparato

In provincia di Enna, le denunce totali passano da 540 a 573 (gennaio‑settembre 2024 vs gennaio‑settembre 2025, +6%). Nel solo settore costruzioni, invece, si sale da 75 a 92 denunce, ben oltre la stima “di peso settoriale” (~50).

Guardando al livello regionale, nel primo semestre 2025 il settore delle costruzioni in Sicilia rileva 833 denunce, secondo il monitoraggio su base Inail diffuso ad agosto: è il secondo comparto più colpito dopo sanità/assistenza sociale. Il 17% degli eventi avviene in itinere, segnale che anche la mobilità casa‑lavoro pesa sulla statistica.

Sul fronte nazionale, l’andamento 2025 appare altalenante: tra gennaio e luglio si registra un lieve calo delle denunce complessive (‑1,2%) rispetto al 2024, ma con differenze territoriali e settoriali, e con oscillazioni non trascurabili nelle denunce con esito mortale nei primi mesi dell’anno.

La fotografia che emerge è duplice: da un lato, l’Italia sembra muoversi su un crinale di lieve flessione delle denunce totali; dall’altro, la Sicilia – e dentro la Sicilia, Enna – segnala criticità settoriali che smentiscono qualsiasi idea di “normalità”: laddove la catena degli appalti si fa più lunga e la pressione sui tempi di cantiere aumenta, l’indice di rischio tende a salire.

Qual è l'eccezione Enna

La stima “attesa” di circa 50 denunce, ricavata dal peso medio del comparto edilizio sul totale regionale, è stata doppiata. Due le possibili letture, non in contraddizione tra loro:

la struttura locale del settore, con molte micro e piccole imprese e una presenza significativa di subappalti, espone a vulnerabilità organizzative e di controllo;

l’impatto delle grandi opere e dei lavori finanziati negli ultimi anni (tra Pnrr e altri canali) ha moltiplicato i cantieri e, con essi, l’esposizione al rischio, mentre la catena della sicurezza non sempre ha tenuto il passo. In Sicilia, a fine 2024, oltre il 60% delle opere Pnrr risultava nella fase esecutiva, con accelerazioni a macchia di leopardo che hanno messo sotto stress molte stazioni appaltanti e filiere d’impresa.

Dove si inceppa la prevenzione

Nel racconto di cantiere, dietro un infortunio non c’è quasi mai un solo fattore. La Fillea cita il sotto‑inquadramento (mansioni reali più complesse rispetto al livello contrattuale) e l’abuso di contratti a termine come leve che comprimono salari, stabilità e – spesso – formazione. In edilizia, la formazione non è un optional: regole e procedure di sicurezza vanno apprese, aggiornate, verificate. Tagliare ore e budget in questo capitolo significa esporre i lavoratori a rischi prevedibili.

Subappalti e filiere lunghe

Il subappalto è uno strumento legittimo, ma richiede catene di responsabilità chiare. In filiere lunghe e frammentate, le asimmetrie aumentano: chi forma davvero? Chi coordina i rischi interferenziali? Chi verifica dispositivi e procedure? Se la risposta si perde tra contratti e “passaggi”, il cantiere diventa fragile. E i numeri lo riflettono.

La cornice normativa: la “patente a crediti” nei cantieri, tra aspettative e limiti

Dal 1° ottobre 2024 è obbligatorio, per imprese e lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili, il possesso della cosiddetta patente a crediti (spesso chiamata “patente a punti”). Il sistema – introdotto con il DL 19/2024 e reso definitivo dalla Legge 56/2024, con regole attuative nel DM 132/2024 – punta a qualificare gli operatori e a scoraggiare comportamenti insicuri attraverso decurtazioni e sospensioni. L’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha chiarito le modalità sanzionatorie con una circolare del 9 dicembre 2024.

La Fillea ennese, però, parla senza giri di parole di “misura inutile”, temendo che l’istituto resti sulla carta o si traduca in adempimento formale senza incidere su formazione, organizzazione e controlli. A Enna, il sindacato aspetta la costituzione, presso l’Ispettorato territoriale del lavoro, della commissione prevista dalla patente. Il punto è cruciale: senza governance locale e coordinamento tra INL, INAIL, ASP e Prefettura, la patente rischia di non cambiare le prassi in cantiere.

Intanto, il Ministero del Lavoro segnala un rafforzamento delle vigilanze in edilizia: nel solo febbraio 2025 l’INL ha condotto 2.503 ispezioni tecniche nel comparto, riscontrando oltre 650 illeciti prevenzionistici e rilevando anche casi di imprese prive di patente. In Sicilia, tra gennaio e giugno 2025, su 1.653 ispezioni il tasso medio di irregolarità ha sfiorato il 78,6%: un dato che rende plastico il problema.

“Grandi opere” e Pnrr: accelerare sì, ma come?

In Sicilia, il Pnrr ha accelerato molti interventi, soprattutto su scuola e infrastrutture locali. A fine 2024, il 61% delle opere risultava nella fase esecutiva, con ritardi più marcati lato regioni rispetto ai comuni: un’accelerazione non uniforme che ha lasciato zone “calde” in cui i carichi di lavoro si sono addensati in pochi mesi. In un contesto simile, la programmazione della sicurezza è decisiva: coordinare più cantieri aperti in simultanea, gestire i rischi interferenziali, garantire Rls/Rlst attivi e non simbolici. Dove questa architettura organizzativa regge, l’incidentalità si riduce; dove manca, le denunce aumentano.

Cosa chiede la Fillea:

Un calendario stabile di ispezioni congiunte in edilizia (non blitz episodici), coordinato dall’Ispettorato territoriale con INL, INAIL e ASP; l’attivazione della commissione locale legata alla patente a crediti; un Patto territoriale per la sicurezza che impegni formalmente Prefettura, enti locali, parti datoriali e sindacali: obiettivi annuali, indicatori, pubblicazione dei risultati. Piani formativi obbligatori per lavoratori e datori di lavoro delle imprese edili, con attenzione a subappalti e maestranze straniere; verifica periodica delle competenze, con attestazioni tracciabili e accessibili in cantiere; uso di linguaggi e strumenti didattici adeguati, inclusa la traduzione dei contenuti chiave per chi non è italofono.