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il caso

Il Ponte sullo Stretto e la disputa sui 90 milioni di varianti nel maxi-contratto Eurolink da 10 miliardi: la linea tracciata da Pietro Ciucci

L'AD della società Stretto di Messina ha chiarito alla commissione Ue e agli occhi della Corte dei Conti: nessuna violazione nelle procedure, solo adeguamenti prezzi. La strategia per ottenere la piena registrazione e superare le polemiche sull’appalto parte dalla trasparenza e dal dialogo istituzionale

Redazione La Sicilia

09 Dicembre 2025, 19:26

Il Ponte sullo Stretto e la disputa sui 90 milioni di varianti nel maxi-contratto Eurolink da 10 miliardi: la linea tracciata da Pietro Ciucci

«La registrazione con riserva è teoricamente possibile, ma del tutto inappropriata. Contiamo su una valutazione favorevole della commissione Ue che consideri corretta la nostra interpretazione nell’applicazione delle direttive Habitat e Appalti. Una volta acquisita questa valutazione, potrà essere assunta dal governo una seconda delibera al Cipess.

Così l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, delinea i prossimi passaggi per ottenere un’iscrizione a formula piena, in un’intervista al quotidiano online Diac, specializzato in infrastrutture.

Sul fronte della normativa Habitat, Ciucci ricorda: «La lettera della Commissione del 15 settembre scorso dà atto dell’impegno del governo e della valenza strategica dell’opera e in nessun passaggio emerge una critica alla procedura di comunicazione adottata. È previsto a breve un incontro con i servizi tecnici della commissione Ue, insieme a MIT e MASE sui principali profili di illegittimità rilevati dalla Corte dei conti».

Quanto alla disciplina sugli appalti e alla soglia del 50% rispetto al corrispettivo iniziale del Contraente generale, l’amministratore delegato precisa: «Per quanto riguarda il valore delle varianti che devono concorrere alla soglia del 50% la nostra quantificazione è pari ad appena 90 milioni di euro su un costo aggiornato del valore contrattuale affidato a Eurolink di 10 miliardi e 572 milioni. Questo perché le direttive europee sono entrate in vigore nel 2014, dopo l’approvazione della variante di importo maggiore, di circa un miliardo (oltre due miliardi a valori attualizzati 2025), ma, aggiunge Ciucci, anche se venisse ricompresa questa ultima - in una sorta di stress test - si starebbe sotto il 50%. Peraltro, come più volte sottolineato l’incremento del corrispettivo è determinato in misura prevalente dall’adeguamento dei prezzi e non da nuovi lavori».

Infine, sul parere dell’ART, Ciucci chiarisce: «Relativamente al parere dell’ART, per il quale verrà avviata quanto prima la procedura, si è ritenuto che fosse dovuto solo per le autostrade mentre la viabilità sul ponte è classificata, anche dalla Convenzione, come una strada extraurbana di tipo B. Chiederemo il parere dell’ART con cui avvieremo quanto prima la procedura».