Il caso
Pronto soccorso, paziente trattato come un animale, il Codacons presenta un esposto e l'Asp si scusa
«Il veterinario è andato via»: umiliazione di un pensionato al pronto soccorso dell'Umberto I scatena esposto del Codacons, indagine interna e richiesta di ispezioni ministeriali sulle carenze
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L’insofferenza e la maleducazione di un operatore sanitario del Pronto soccorso dell’Umberto I qualifica solo lui che ha mortificato un paziente trattandolo come un animale. Medici e infermieri dell’Unità di emergenza restano professionisti preparati e scrupolosi, pronti a garantire cure appropriate anche quando la gestione del reparto si presenta complessa, con pazienti per ore su barelle, anziani in lacrime e attese snervanti.
Il caso del pensionato, ex docente, che chiedendo sostegno si è sentito rispondere dall’infermiere «il veterinario è andato via» ha sollevato indignazione e ha fatto reagire il Codacons, attraverso il vicepresidente regionale Bruno Messina, che ha presentato un esposto alla Procura per verificare se, nei fatti denunciati, possano configurarsi ipotesi di rifiuto di atti d’ufficio.
«Siamo di fronte – dice Messina – all’ennesimo episodio che coinvolge il Pronto soccorso dell’Umberto I. Qui non parliamo solo di ritardi o disservizi: un paziente non ha ricevuto cure adeguate in tempi ragionevoli ed è stato persino umiliato con frasi indegne, che ricordano più un lager che un luogo di cura. La sanità pubblica non può essere ridotta a questo stato e i cittadini non possono essere trattati in questo modo. Chiederemo alla Procura di accertare eventuali responsabilità penali, valutando anche la condotta dell’infermiere, perché il diritto alla salute e alla dignità non può essere calpestato».
Lo stesso pensionato ha attribuito parte del caos ai tagli imposti dalla politica regionale, richiamando una situazione che non può più essere considerata "eccezione", bensì un problema strutturale.
«Ecco perché – prosegue Messina – chiediamo al ministero della Salute di intervenire con urgenza inviando ispettori ministeriali per verificare le condizioni operative e organizzative del Pronto soccorso. La carenza di risorse, di posti letto e persino di umanità non può diventare la normalità».
Intanto la direzione dell’Asp esprime il «più profondo rammarico e le più sentite scuse al paziente coinvolto nell'increscioso episodio. E’ stata immediatamente avviata una indagine interna approfondita per accertare i fatti segnalati, individuare le responsabilità individuali e adottare i provvedimenti disciplinari che si riterranno necessari e proporzionati alla gravità dell'accaduto. L'intera comunità dei professionisti che operano con diligenza e dedizione prende le distanze da comportamenti e atteggiamenti che non solo contravvengono ai principi etici e deontologici che devono guidare l'assistenza sanitaria – dichiara la Direzione aziendale - ma che sono in totale contrasto con la missione di cura, accoglienza e rispetto per la dignità umana che l'intera struttura si impegna a garantire quotidianamente. L'umanizzazione delle cure e il rispetto del paziente sono pilastri fondamentali della politica sanitaria. Ogni singolo operatore è chiamato ad agire con la massima professionalità e con empatia, specialmente in un contesto delicato e stressante come il Pronto soccorso. L'episodio, se confermato rappresenta l'azione isolata di un singolo, che non può in alcun modo gettare ombra sulla dedizione e sul sacrificio quotidiano della stragrande maggioranza del personale».