il blitz
Il procuratore De Lucia: «La mafia attrae i giovani, il pizzo resta un tabù per i commercianti»
La conferenza stampa dopo l'operazione in cui sono state eseguite 50 misure cautelari
Le nuove strategie mafiose, l'attrattività della mafia per i giovani, i commercianti che continuano a essere restii a denunciare il pizzo. Nella conferenza stampa sul blitz che questa mattina ha decapitato due organizzazioni di narcotrafficanti a Palermo con legami nella criminalità organizzata, e all'esecuzione di 50 misure cautelari di cui 25 in carcere, il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia descrive il panorama criminale della città. «Noi facciamo repressione - dice De Lucia - ma devono essere offerte alternative ai giovani».
«La mafia è attrattiva per i giovani, purtroppo - dice De Lucia - perché non ci sono alternative valide per un giovane. Abbiamo investigato in questo caso a Brancaccio, e per un giovane l'alternativa di vita dal punto di vista dei valori che riconoscono è Cosa nostra. E questo è un grossissimo problema. Al di là della repressione penale che noi possiamo esercitare il problema è offrire alternative serie di vita a una grande fetta di popolazione giovane di questa città».
Sul fronte delle estorsioni, De Lucia ribadisce: «Sappiamo bene che il numero delle estorsioni è sensibilmente superiore rispetto al numero delle denunce. C'è poco da fare, i commercianti devono comprendere che non solo esistono forze di polizia responsabili e professionali che possono proteggerli ma soprattutto che esiste una legislazione di aiuto ai commercianti che denunciano e che possono essere utilizzate».
De Lucia spiega anche perché il pizzo sia un fenomeno così persistente: «Ci sono commercianti che pagano da intere generazioni. Pagavano i nonni, i padri e anche i figli. E i figli hanno difficoltà a spezzare questo rapporto. Ma per fortuna negli ultimi anni sono aumentate le denunce di estorsione». E ha concluso: «I boss si approcciano agli esercenti e vedono se sono sensibili o se calcolano il rischio della denuncia. Quando si denuncia ci sono solo benefici, perché l'organizzazione si allontana. Purtroppo ci sono importanti pezzi del settore terziario che fanno resistenza alla denuncia perché appunto legati da rapporti intergenerazionali. Quando questo rapporto si spezza l'organizzazione si indebolirà».
Sulla sicurezza, il procuratore di Palermo distingue il ruolo della procura: «Noi ci occupiamo di repressione dei reati più che di sicurezza: questo concetto non va inteso solo come sforzo delle forze dell'ordine sul territorio, che è sotto gli occhi di tutti con presidi abbastanza importanti, ma dai percorsi di formazione che coinvolgono i giovani soprattutto nelle borgate».
«Situazioni di questo tipo - prosegue De Lucia - non riguardano solo Palermo, ma tutte le grandi città. Il controllo del territorio c'è, ma la sicurezza dei cittadini si costruisce sul medio-lungo periodo non solo con interventi repressivi, ma anche costruendo modelli di vita diversi da quelli che vediamo oggi».
(video: Silvia Andretti)
De Lucia descrive poi la strategia mafiosa: «Le politiche criminali non sono cambiate molto rispetto a 25 anni fa: Cosa nostra non può rinunciare al meccanismo estorsivo. Una delle modalità con cui l'organizzazione si appresta a rivolgersi ai commercianti è la valutazione se questi stessi commercianti possono rivolgersi alle forze dell'ordine o no: c'è ancora un importante pezzo del settore terziario che fa resistenza alla denuncia perché, a nostro giudizio, sono ancora legati a Cosa nostra da rapporti generazionali in cui magari il padre o il nonno pagavano».
Nonostante le difficoltà, il Procuratore esprime fiducia sul lavoro in corso: «Quella di oggi è una operazione importante come altre che ci sono state e altre che verranno. L'importante è esercitare una pressione forte sul territorio per impedire alla organizzazione mafiosa di rafforzarsi e tornare ai tempi in cui era forte».