Il caso
Invece di tinteggiare le pareti abbassa il vestito alla padrona di casa e la palpeggia: ora a processo
L'imbianchino, che ha affrontato l'udienza preliminare a Catania, ha inviato una lettera di scuse alla vittima e ha fatto una donazione a un'associazione antiviolenza
L'estate è il tempo perfetto per ritinteggiare le pareti di casa. Con questo pensiero fisso una donna ha chiamato un imbianchino per affidargli l'incarico. Il professionista, il 27 agosto di un anno fa, si è recato nell'appartamento della signora catanese per eseguire il lavoro. Ma qualcosa alla padrona di casa non era piaciuto. Così la donna si è inginocchiata per far notare all'imbianchino di Pedara alcune imperfezioni nella pittura alle pareti. Ma l'uomo invece di concentrarsi su quello che gli stavano mostrando, ha deciso di far cascare la mano morta sulle ginocchia della padrona di casa. Che con educazione ha provato a sottrarsi alle carezze lascive dell'imbianchino. Il rifiuto non ha sortito alcun effetto. La donna si è allontanata per cercare di mettere una distanza fra lei e l'uomo, ma quest'ultimo le ha preso i capelli sfilando l'elastico con cui erano legati e le ha abbassato improvvisamente il vestito fino al busto. Inutili le sollecitazioni della donna a lasciarla stare e a smetterla. L'uomo ha cominciato a palparle il seno costringendola a subire abusi sessuali contro la sua volontà. La ricostruzione proviene dalla lettura del capo d'imputazione a carico dell'imbianchino, che stamattina ha affrontato l'udienza preliminare. Dopo una richiesta di patteggiamento a un anno, che è stata respinta dalla gup Carla Aurora Valenti, la difesa ha voluto procedere con il rito ordinario. La decisione del giudice sulla richiesta di rinvio a giudizio della procura arriverà nelle prossime ore.
Il processo è frutto dell'esposto presentato immediatamente dalla vittima in procura, tramite l'avvocato Goffredo D'Antona. Qualche giorno fa è arrivata alla pec del penalista una lettera da parte dell'imbianchino. Una missiva dove confessa le proprie responsabilità e chiede perdono alla donna. «Desidero porgerle le mie più sincere scuse» scrive l'imbianchino riferendosi ai fatti avvenuti lo scorso agosto «nella sua abitazione in cui l'ho costretta a subire molestie sessuali senza il suo consenso». L'uomo ammette di non avere giustificazioni. In questi mesi avrebbe avuto modo di riflettere sui suoi comportamenti e dice di sentire un profondo senso di colpa e di vergogna. L'uomo ha deciso inoltre di risarcire la vittima e di fare una donazione all'Associazione Antiviolenza "Io Sono Giordana Odv", che è impegnata nella tutela delle vittime della violenza di genere. «Con questi gesti vorrei soltanto mostrare in concreto di aver capito il mio errore e di aver assunto seriamente l'impegno di modificare i miei comportamenti», ha concluso.
«Noi siamo soddisfatti così», commenta l'avvocato D'Antona. L'accettazione del risarcimento non permette all'avvocato di costituirsi parte civile ma seguirà il processo a tutela della parte offesa.