Dopo il caso del pensionato ex docente maltrattato da un infermiere che invece di prestare attenzione ha detto al paziente che il «veterinario era già uscito», un altro episodio — altrettanto grave — getta un’ombra sul personale sanitario del reparto di emergenza.
Ci deve essere un infermiere al Pronto soccorso che scambia i medici per veterinari e i pazienti per animali. Non solo maleducato ma anche irrispettoso, a dire della signora Tudisco.
«Anche io, in questi giorni in cui sono stata ricoverata al Pronto soccorso, sono stata trattata in modo non consono e non rispettoso della mia persona e dei miei malanni. In particolare — dice — alla mia richiesta di parlare con un dottore, un infermiere, cui sconosco il nome, si è permesso di dirmi che il veterinario, cioè il dottore, era andato via e me lo ha ripetuto più volte in toni «sfottenti». Inoltre, sono stata mortificata per il mio peso di 147 chili e derisa da un infermiere nel momento in cui mi trovavo allettata e nuda per essere aiutata a mettere il pannolone. Infatti, l’operatore sanitario, rivolgendosi con lo sguardo ai colleghi, mi ha derisa proferendo parole offensive: «Che spettacoloooo». Il tutto senza alcuna privacy e senza rispetto della mia persona, tanto che addirittura mi è stato tolto sempre dallo stesso infermiere il catetere davanti a tutti, in una stanza di Pronto soccorso dove nel letto accanto al mio vi era un uomo e altri pazienti, presenti nella stanza anche alcuni familiari. Credo che nessun infermo meriti di essere trattato in questo modo, soprattutto in un ospedale, luogo che invece dovrebbe essere un conforto per i malati».
La signora Maria Tudisco non trattiene la rabbia: «ho potuto notare con gran dolore la mancanza di umanità nei confronti di altri pazienti allettati, è stato persino negato un telo ospedaliero in più a una vecchietta infreddolita che lo ha richiesto ripetutamente e che alla fine ha dovuto chiamare la nuora all'una e mezzo di notte per farsi portare una coperta. In un’altra circostanza sono stata zittita da una infermiera che mi ha intimato di farmi gli affari miei perché ripetutamente li ho chiamati pregandoli di accorrere in aiuto a una signora diabetica accanto al mio letto che respirava a fatica e chiedeva aiuto.
«Alla fine, per quel che mi riguarda, aggiungo che il ricovero all’ospedale Umberto I mi è stato negato per ben due volte, nonostante i miei problemi di salute persistano».
Sul caso del pensionato il Codacons ha presentato un esposto in Procura e l’Asp ha chiesto scusa.