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Nave Mediterranea di nuovo libera: il Tribunale di Agrigento annulla il fermo. Ong: «Decreto Piantedosi va abolito»

Gli attivisti erano stati fermati per essersi rifiutati di sbarcare i migranti a Livorno. Per la seconda volta i giudici hanno applicato la sospensiva della Prefettura

Salvo Catalano

11 Dicembre 2025, 12:33

21:18

mediterranea soccorso migranti

La nave Mediterranea è di nuovo libera di tornare in mare. Lo ha deciso il Tribunale di Agrigento che ha emesso un decreto con cui sospende il fermo amministrativo comminato dalla Prefettura della città siciliana il 12 novembre scorso. Si era trattato di un provvedimento particolarmente pesante: 60 giorni di detenzione amministrativa della nave e una sanzione pecuniaria di 10mila euro per comandante e armatore.

È la seconda volta che l'imbarcazione della ong impegnata a salvare vite in mare, viene fermata per violazione del decreto Piantedosi (cioè per non avere obbedito all'ordine di sbarcare in un porto del Nord Italia, decidendo piuttosto di raggiungere il porto sicuro più vicino). Ed è la seconda volta che i giudici definiscono illegittimo il fermo e applicano la sospensiva. In questo caso il Tribunale di Agrigento ha deciso di procedere «inaudita altera parte», cioè con una misura d'urgenza, senza ritenere necessaria una prima convocazione dell'Avvocatura dello Stato.

Lo scorso 4 novembre la ong con a bordo 92 migranti soccorsi in tre diversi interventi in zona SAR sotto il controllo libico e a sud di Lampedusa, dopo diverse richieste al centro di coordinamento della guardia costiera di Roma, ha puntato dritto su Porto Empedocle, anziché obbedire all'ordine di raggiungere Livorno. Gli attivisti parlano di «vendetta del governo».

Tra i 92 migranti c'erano anche 31 minori, di cui la Procura per i minorenni di Palermo aveva chiesto l'immediato sbarco nel porto più vicino alla posizione dell'imbarcazione. Nel frattempo, secondo quanto ricostruito dalla ong, la notte prima dello sbarco erano peggiorate le condizioni meteomarine e appena 10 migranti su 92 avevano accettato il cibo per protesta. «Non c'erano le condizioni per proseguire il viaggio fino a Livorno», ha sottolineato la capomissione Sheila Melosu

«L'odierna decisione del Tribunale di Agrigento - commenta l'ong Mediterranea - dimostra l'esistenza di una precisa strategia del governo: il reiterato abuso, arbitrario e addirittura illegale, dei poteri sanzionatori previsti dal Decreto Legge Piantedosi ha l'obiettivo di ostacolare e impedire l'attività di soccorso civile nel Mediterraneo centrale. Nel nostro caso specifico l'abuso è ancora più pericoloso: violando qualsiasi regola vogliono arrivare alla definitiva confisca della nave. E insieme allo strangolamento economico, rappresentato dai costi eccezionali di ogni fermo, vogliono togliere di mezzo testimoni scomodi che denunciano quotidianamente le violazioni dei diritti delle persone migranti e la distruzione sistematica del diritto internazionale, marittimo e umanitario, in mare». Per Luca Casarini, fondatore di Mediterranea, «il governo Meloni fa discorsi sulla legalità e i primi illegali sono questi signori». 

Ad agosto lo sbarco di Mediterranea a Trapani aveva innescato lo stesso iter: fermo amministrativo di due mesi e sanzione pecuniaria. Anche in quel caso il locale Tribunale accolse il ricorso della ong, riconoscendo che una nave impegnata in attività di ricerca e soccorso debba sbarcare i naufraghi nel porto sicuro più vicino per tornare in mare nel più breve tempo possibile. In entrambi i casi i giudici hanno ordinato la sospensiva del provvedimento. Si attende il giudizio di merito che sarà affrontato il 17 dicembre al Tribunale di Trapani e il 21 gennaio da quello di Agrigento. 

«La solidarietà e la difesa dei diritti fondamentali - commenta la ong - a partire da quello alla protezione e all'asilo oggi sotto attacco dagli Stati Uniti alla nostra Europa, possono fare la differenza. Il nostro obiettivo è che il Decreto Legge Piantedosi, così come tutte le norme che calpestano i diritti delle persone, sia abolito. E che ogni abuso di potere contro la vita degli esseri umani e la solidarietà che li soccorre, sia denunciato e sanzionato».