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criminalità

Catania, rapina in casa con la scusa di consegnare la frutta. Due arresti, decisivo il morso di una delle vittime

Determinante per l'indagine il reperto di un pezzo di guanto in lattice, rimasto a terra dopo che uno dei rapinatori è stato morso alla mano prima della fuga

Redazione Catania

11 Dicembre 2025, 13:33

14:10

Catania, rapina in casa con la scusa di consegnare della frutta. Due arresti, decisivo il morso di una delle vittime

Sono entrati in casa con una scusa: consegnare una cassetta di frutta. E sono entrati in azione rubando beni del valore di 500mila euro. I carabinieri del comando provinciale di Catania, su delega della locale Procura, hanno arrestato due uomini: Michael Santo Antonio Battaglia, 33 anni, e Massimiliano Fichera, 52 anni. 

 Il provvedimento è l’esito di un’articolata attività investigativa coordinata dall’Autorità giudiziaria e condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Catania di Piazza Dante. Le indagini si sono avvalse di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, nonché di accertamenti scientifici svolti dalla Sezione Investigazioni Scientifiche (SIS) del Comando provinciale, con repertazione di impronte papillari e analisi dei sistemi di videosorveglianza installati nell’area prossima al luogo del delitto.

I fatti risalgono al 13 maggio 2025 e traggono origine dalla denuncia delle vittime. Secondo il loro racconto, due uomini — uno con il volto coperto da una maschera in gomma — avrebbero bussato alla porta dell’abitazione, in pieno centro cittadino, fingendo la consegna di una cassetta di frutta. Una volta entrati, avrebbero immobilizzato i presenti, impedendo loro di chiedere aiuto con del nastro adesivo, e li avrebbero costretti ad aprire due casseforti, impossessandosi di beni per un valore stimato in circa 500mila euro.

I rapinatori si sarebbero poi dileguati a bordo di un’auto, condotta da un terzo complice in attesa presso uno degli ingressi dello stabile. Determinante, tra gli elementi raccolti, il rinvenimento di un frammento di guanto in lattice, strappato con un morso da una delle vittime a uno degli aggressori. L’esame di tale reperto, congiunto alla visione dei filmati di sorveglianza, ha consentito di individuare il veicolo utilizzato per la fuga.

Pur formalmente intestata a un’altra persona, l’auto è risultata nella disponibilità materiale di Fichera. Le successive attività tecniche hanno quindi portato ad attribuire un presunto coinvolgimento anche a Battaglia, riscontrato altresì da compatibilità biologiche con i reperti prelevati sulla scena. Eseguita la misura cautelare, entrambi sono stati tradotti presso la casa circondariale di Piazza Lanza a Catania.