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GIUSTIZIA

Catania, l'ex consigliera del Csm Rosanna Natoli rinviata a giudizio per rivelazione di segreto d'ufficio

Il procedimento trae origine dalla vicenda che portò il plenum del Csm, l’11 settembre 2024, a votare la sospensione dall’incarico dell'avvocata di Paternò

Alfredo Zermo

11 Dicembre 2025, 17:12

17:13

Catania, l'ex consigliera del Csm Rosanna Natoli rinviata a giudizio per rivelazione di segreto d'ufficio

Il giudice per l’udienza preliminare di Catania, Giuseppina Starace, ha disposto il rinvio a giudizio di Rosanna Natoli, già componente laica di Fratelli d’Italia nel Consiglio superiore della magistratura, con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio. La prima udienza è stata fissata per il 15 settembre 2026. A sostenere l’accusa sono la procuratrice aggiunta Agata Santonocito e la sostituta Tiziana Laudani.

Natoli, classe 1966, avvocata di Paternò (Catania), è accusata di aver rivelato atti di inchiesta alla magistrata Maria Fascetto Sivillo, condannata dal Tribunale di Messina, che doveva affrontare un provvedimento disciplinare. .  Il procedimento trae origine dalla vicenda che portò il plenum del Csm, l’11 settembre 2024, a votare la sospensione dall’incarico di Natoli. Pochi giorni prima, il 17 luglio, l’interessata si era dimessa dalla sezione disciplinare di Palazzo Bachelet, mantenendo tuttavia il ruolo di consigliera.

Le dimissioni arrivarono all’indomani dello scandalo esploso il 16 luglio 2024, con il deposito di una registrazione audio relativa a un incontro privato, avvenuto in Sicilia, tra Natoli e la magistrata catanese Maria Fascetto Sevillo, all’epoca sottoposta a procedimento disciplinare e poi deceduta dopo aver lasciato la magistratura. Dalla registrazione emergerebbero consigli e la rivelazione degli “umori dei giudici disciplinari”, circostanza per la quale Natoli avrebbe dovuto astenersi dal trattare quel fascicolo.

Nel presentare al plenum la delibera che sosteneva la sospensione, il vicepresidente Pinelli sottolineò come il comportamento della laica di FdI — inizialmente indagata dalla Procura di Roma, che ha poi trasmesso gli atti per competenza a Catania“appare sussumibile nel reato di rivelazione di segreto d’ufficio”, configurando una “violazione dei doveri di imparzialità e terzietà”.

Natoli contestò duramente la decisione, parlando di “fango” gettato sul suo conto, dichiarando di “non accettare processi sommari” e sostenendo che la sospensione “avalla un pericoloso precedente: basta che una procura formuli una iscrizione e si chiede la sospensione di un consigliere del Csm”.