11 dicembre 2025 - Aggiornato alle 21:28
×

Cosa nostra

Mafia, tutti muti gli arrestati dopo il blitz con 50 arresti. Ecco i limiti territoriali del clan a Palermo

maxiblitz a Palermo: 50 misure contro i clan di Noce e Brancaccio, 250 kg di hashish e 4 kg di cocaina sequestrati, estorsioni senza denunce e mercato della droga anche su Telegram

Luigi Ansaloni

11 Dicembre 2025, 17:36

Il blitz antimafia a Palermo

Il blitz antimafia a Palermo

Hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere i primi indagati fermati all’alba nel maxiblitz antimafia coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo.

In totale sono 50 le misure eseguite tra ordinanze di custodia cautelare e provvedimenti di fermo disposti dalla Procura guidata da Maurizio de Lucia. Gli interrogatori di garanzia proseguiranno anche nel pomeriggio davanti al gip del Tribunale di Palermo.

Il controllo del territorio, spiegano gli inquirenti, passa ancora attraverso la “messa a posto”: i proventi principali arrivano dal traffico di stupefacenti, mentre il racket serve a tenere alta la pressione e a ribadire la presenza mafiosa. Con una differenza sempre più marcata rispetto al passato: gli uomini d’onore evitano i commercianti ritenuti inclini alla denuncia, selezionano le vittime e colpiscono solo dove ritengono di trovare terreno favorevole.

Dalla retata alla Noce emerge un dato eloquente: sei estorsioni ricostruite, zero denunce. L’operazione, condotta da squadra mobile, commissariato Brancaccio e Sisco, sotto il coordinamento della Dda, ha disarticolato con quattro distinte inchieste i clan della Noce e di Brancaccio, eseguendo in un’unica tornata misure cautelari per reati che vanno dall’associazione mafiosa all’estorsione, dall’intestazione fittizia di beni all’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e allo spaccio.

Per 19 indagati è scattato il carcere, per 6 gli arresti domiciliari; nei confronti di altri 25 è stato emesso un fermo. Sequestrati durante le indagini due quintali e mezzo di hashish e quattro chili di cocaina.

Secondo il procuratore Maurizio de Lucia, la droga, più delle estorsioni, alimenta oggi le casse dei mandamenti: obiettivo dichiarato è “quello di tornare ad accumulare ricchezza e per farlo deve fare ricorso a un intervento sul mercato degli stupefacenti”. E ancora: “Le strategie dell’organizzazione mafiosa continuano a essere accumulazione del capitale, governo del territorio e le misure cautelari che sono applicate testimoniano proprio che cosa nostra sia tutt’altro che sconfitta”.

Una delle indagini ricostruisce il canale di approvvigionamento dalla Campania, con partite di cocaina e hashish destinate alle piazze di Palermo, Catania e Trapani. Il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio ha spiegato in conferenza stampa che “sono prevalentemente quattro le organizzazioni che si occupano del traffico di stupefacenti a Palermo e sono soprattutto nel mandamento mafioso di Brancaccio. È stato rinvenuto un libro mastro con entrate e uscite relative a vendite degli stupefacenti”.

Oltre alle tradizionali piazze fisiche, è stata anche “accertata una piazza virtuale su Telegram con un canale dedicato allo spaccio con foto delle sostanze disponibili, le quantità e le scontistiche da applicare”: sul profilo del canale compariva l’immagine di Al Pacino nei panni di Tony Montana in Scarface.

Tra gli indagati figurano Fausto Seidita e Vincenzo Tumminia, volti nuovi di antiche famiglie, che scalano posizioni nelle gerarchie di Cosa nostra. “Ci sono vecchi esponenti mafiosi ma nuove leve sembrano emergere. Anche questa è una caratteristica dell’organizzazione: la mafia è comunque attrattiva rispetto ai giovani, purtroppo, perché non ci sono alternative valide. Questo è un grossissimo problema perché al di là della repressione penale che noi e le forze di polizia possiamo esercitare il problema è offrire alternative serie di vita a una grande parte della popolazione giovane di questa città”, ha concluso il capo della Dda palermitana.