11 dicembre 2025 - Aggiornato alle 21:28
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Tribunale

Minaccia di diffondere i loro video hot sui social, una ragazza di Palermo finisce nei guai

Avrebbe minacciato di diffondere su Telegram video intimi per ottenere 500 euro: a Palermo processo per estorsione a carico di una 27enne "dominatrice" arrestata durante la consegna, mentre la difesa contesta le accuse e la qualificazione del reato.

Luigi Ansaloni

11 Dicembre 2025, 19:57

20:30

Ricatto hot ad un calciatore di serie A, nei guai una ragazza di 25 anni

Una ragazza ha minacciato di diffondere video hot sui social

Avrebbe estorto 500 euro minacciando di diffondere su Telegram alcuni video intimi.

Protagonisti della vicenda una ventisettenne, indicata come dominatrice, e un ventenne ritenuto la vittima.

Oggi, al Palazzo di giustizia di Palermo, si è aperto il processo che vede imputata la donna, la quale sui social, con regolare partita Iva, offre prestazioni sessuali virtuali a pagamento.

Il giovane, reduce da una relazione burrascosa, avrebbe cercato conforto in un nuovo legame nato online e destinato, nelle intenzioni, a sfociare in incontri dal vivo.

La situazione sarebbe degenerata quando, secondo la donna, il ragazzo avrebbe dovuto corrispondere almeno 500 euro per un appuntamento poi non andato a buon fine. A quel punto, la ventisettenne avrebbe assunto toni minacciosi tramite messaggi: «se non mi dai i soldi, mando i tuoi disinibiti filmini a tutti quelli che conosci.. appendo le foto sui pali della città», e ancora: «non ti puoi permettere di non rispondere, se non vuoi che i tuoi video siano resi pubblici mi devi dare subito i soldi».

Le richieste, stando all’accusa, si sarebbero fatte via via più pressanti, finché la presunta vittima ha accettato di incontrarla per consegnare la somma. All’appuntamento si sono presentati i carabinieri, che hanno monitorato le fasi dell’incontro e hanno arrestato la donna per estorsione.

In aula, il ventenne, assistito dall’avvocata e criminologa Claudia Corrao, è stato sentito dalla giudice Giulia Calafiore. La parte civile ha chiesto la modifica del capo di imputazione, contestando anche il reato di revenge porn.

Per la difesa, rappresentata dall’avvocata Rosalia Zarcone, il giovane, durante l’esame, si sarebbe contraddetto più volte. «Ci sono già sentenze in altri tribunali che hanno assolto donne che chiedevano di essere pagate per le prestazioni offerte – ha dichiarato il legale –. Noi durante il processo dimostreremo che non si è trattata di estorsione».