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L'inchiesta

Dal gaming online alle cryptovalute, sequestrato il tesoro da 40 milioni fra Italia e Romania dell'ex "pentito delle scommesse "

La guardia di finanza di Catania ha eseguito il provvedimento del Tribunale di Misure di Prevenzione. Duro colpo all'uomo che ha fatto arricchire il clan Santapaola-Ercolano e Cappello nel settore del gioco d'azzardo.

Redazione La Sicilia

12 Dicembre 2025, 07:19

07:28

Dal gaming online alle cryptovalute, sequestrato il tesoro da 40 milioni fra Sicilia e Romania all'ex "pentito delle scommesse "

I finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno dato esecuzione, con il supporto del Comando Provinciale di Gorizia e, previo coinvolgimento dell’Agenzia dell'Unione Europea per la cooperazione giudiziaria penale (Eurojust), in collaborazione con l’Autorità Giudiziaria rumena, al provvedimento con cui il Tribunale di Catania - Sezione Misure di Prevenzione ha disposto il sequestro in materia di prevenzione antimafia del patrimonio riconducibile a LANZAFAME Fabio (classe '72), già collaboratore di giustizia, risultato su base indiziaria contiguo sia alla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano che al clan Cappello-Bonaccorsi. L'operazione si muove nel più ampio obiettivo della procura di Catania di contrastare l'infiltrazione delle mafie nell'economia legale. 

Il provvedimento di prevenzione ha colpito attività economiche, beni mobili e immobili, conti correnti, somme in contanti, riconducibili a Lanzafame, anche per interposta persona, situati in Italia, nelle province di Catania, Siracusa e Gorizia, e in Romania, nelle città di Bucarest e Pitesti, del valore complessivo di oltre 40 milioni di euro.

L’attività si pone a completamento delle investigazioni svolte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Catania nell’ambito delle operazioni convenzionalmente denominate “Revolution Bet” e “Crypto” che hanno consentito, unitamente ad altre evidenze giudiziarie, di inquadrare Fabio Lanzafame come “soggetto socialmente pericoloso” e pertanto di valutarne l’applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali previste dal Testo Unico Antimafia. 

In primo luogo, Lanzafame, ferma restando la presunzione d'innocenza dell’indagato valevole ora e fino alla condanna definitiva, è stato condannato nel 2020 e nel 2022 alla pena complessiva della reclusione di circa 7 anni per il suo ruolo di organizzatore di un'associazione a delinquere dedita alla commissione di plurimi delitti di esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, truffa aggravata ai danni dello Stato, trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio e riciclaggio dei proventi illecitamente accumulati, con l’aggravante di aver agevolato il gruppo Placenti della frazione misterbianchese di Lineri, articolazione della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano, e il clan Cappello-Bonaccorsi nell'infiltrazione occulta di Cosa Nostra catanese e del sodalizio mafioso dei Cappelloti nel mercato illegale dei giochi e scommesse a distanza.

Le sentenze hanno inoltre richiamato il concorso esterno di Lanzafame in entrambe le associazioni mafiose perché, pur non essendo stabilmente inserito in tali sodalizi, è risultato che il predetto abbia assicurato un contributo sistematico alla realizzazione di alcune attività illecite del clan, ideando e fornendo l'apparato tecnico ed informatico necessario per la realizzazione del complesso sistema di reti telematiche per organizzare e gestire il settore delle scommesse on line, mettendo altresì a disposizione dei clan i suoi collaboratori e riconoscendo alle compagini mafiose una significativa percentuale sugli introiti connessi alle giocate.

In altri termini, la figura di Lanzafame avrebbe favorito gli interessi delle predette organizzazioni criminali di stampo mafioso, creando le condizioni per il loro ingresso nel settore del gaming online, anche attraverso l'acquisizione di licenze ed autorizzazioni necessarie all'apertura ed alla gestione di sale scommesse ed attività commerciali nelle province di Catania e Siracusa e in altre località del territorio siculo.

In aggiunta, le più recenti evidenze acquisite dalle Fiamme Gialle nell'ambito di indagini coordinate da questo Ufficio avrebbero permesso di far emergere condotte volte al riciclaggio, anche mediante la trasformazione di una grande quantità di denaro liquido in cripto-valute e l'intestazione fittizia a terzi di propri beni e attività economiche, poste in essere da Lanzafame con il concorso di diverse persone a lui vicine, per mascherare l’entità del patrimonio a lui riconducibile, frutto di attività illegali, in modo da evitare o ridurre il rischio di possibili sequestri.

Alla luce della pericolosità sociale riconosciuta a Lanzafame, unità specializzate del Nucleo PEF di Catania della Guardia di finanza, su delega di questa Procura, hanno pertanto effettuato complessi approfondimenti economico‑finanziari per ricostruire la sua effettiva situazione patrimoniale, individuando, grazie anche agli strumenti di cooperazione giudiziaria e di polizia con Stati esteri, un imponente complesso di attività economiche, disponibilità e beni mobili e immobili di elevato valore, non compatibile con i redditi provenienti da attività lecite e come tale indicativo di una chiara sproporzione tra le ricchezze accumulate e le fonti di guadagno dichiarate.

In base agli elementi acquisiti e su proposta di questa Procura il Tribunale di Catania ha quindi disposto il sequestro di prevenzione di 20 attività commerciali (12 italiane e 8 estere) attive nel settore dei giochi e scommesse nonché in quello immobiliare; 89 beni immobili, siti in Italia e in Romania, nelle province di Catania (n. 1), Siracusa (n. 30) e Gorizia (n. 1) nonché nelle città estere di Bucarest (n. 3) e Pitesti (n. 57). Tra questi, in particolare: la proprietà di una porzione di un palazzo storico nel pieno centro dell’isola di Ortigia (SR) a pochi passi dalla piazza Duomo, un'elegante palazzina in stile neoclassico di 900 mq nel cuore di Pitesti e una villetta signorile di 280 mq con giardino nella zona residenziale dello stesso centro urbano; 2 autovetture20 conti correnti bancaridenaro contante; per un valore complessivo stimato di oltre 40 milioni di euro.

Ai fini della gestione dell'ingente patrimonio è stato nominato un apposito amministratore giudiziario. L'attività in argomento si inquadra nel più ampio quadro delle azioni svolte da questa Procura e dalla Guardia di Finanza volte al contrasto, sotto il profilo economico‑finanziario, delle associazioni a delinquere di tipo mafioso, al fine di evitare i tentativi, sempre più pericolosi, di inquinamento del tessuto imprenditoriale sano del territorio.