Il processo
La "Super Cosa" a Milano: dopo il catanese Cerbo spunta un altro pentito. Ecco chi è
Secondo l'accusa sarebbe stato creato un cartello tra Cosa Nostra, 'ndrangheta e camorra
Una riunione tra esponenti della criminalità organizzata
Il procedimento giudiziario denominato Hydra continua a riservare colpi di scena. Nato dalle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, il processo vede imputate ben 146 persone accusate di aver dato vita a un vero e proprio “sistema mafioso lombardo”, frutto di un’inedita alleanza tra Cosa Nostra, ’ndrangheta e camorra. Un intreccio criminale che, secondo l’accusa, avrebbe trasformato la Lombardia in un terreno fertile per affari illeciti, dalla gestione dei mercati ortofrutticoli al traffico di droga, fino alla logistica e alle estorsioni.
Un nuovo collaboratore di giustizia
Nell’ultima udienza, davanti al gup Emanuele Mancini, la Procura ha depositato i verbali di un nuovo pentito: Francesco Bellusci, 38 anni, legato alla locale di Legnano-Lonate Pozzolo. La sua collaborazione si aggiunge a quella di William Alfonso Cerbo, detto “Scarface”, e di Saverio Pintaudi della cosca Iamonte. Questi contributi rafforzano l’impianto accusatorio, confermando la tesi di un consorzio mafioso che operava con regole comuni e spartizione dei profitti.
Le richieste di condanna
Già a novembre i pm Alessandra Cerreti e Rosario Ferracane, coordinati dal procuratore Marcello Viola, avevano chiesto 75 condanne per un totale di circa 570 anni di carcere, con pene pesanti per figure di spicco come Filippo Crea e Giuseppe Fidanzati. La sentenza, inizialmente prevista per gennaio, rischia ora di slittare ulteriormente a causa dei nuovi verbali da esaminare.
Un processo simbolo
Il maxi procedimento Hydra non è solo un caso giudiziario: rappresenta un banco di prova per la giustizia italiana e per la società civile. Dimostra come le mafie, storicamente radicate al Sud, abbiano saputo adattarsi e infiltrarsi nel tessuto economico e sociale del Nord, cercando di controllare settori strategici. La Lombardia, cuore produttivo del Paese, diventa così teatro di una sfida cruciale tra legalità e criminalità organizzata.
Le prospettive
La nuova udienza fissata per il 22 dicembre sarà decisiva per capire se i verbali di Bellusci verranno acquisiti. In ogni caso, il processo Hydra segna un punto di svolta: non più singole cosche che operano in parallelo, ma un vero e proprio “cartello mafioso” che agisce come un sistema integrato. La sua disarticolazione, se confermata dalle condanne, potrebbe avere un impatto significativo nella lotta alla criminalità organizzata in Italia.



