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il caso

La Cedu condanna l'Italia: «Indagine depistata, Tony Drago ucciso in caserma»

Strasburgo smaschera lacune gravi: morte del caporale siracusano nel 2014 non fu suicidio. Avvocato: "Lesioni e sangue incompatibili con la caduta, omicidio impunito"

Redazione La Sicilia

13 Dicembre 2025, 00:35

La Cedu condanna l'Italia: «Indagine depistata, Tony Drago ucciso in caserma»

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per le gravi lacune nell’indagine sulla morte del caporale siracusano Tony Drago, 25 anni, rinvenuto senza vita il 6 luglio 2014 nella caserma dell’Esercito “Camillo Sabatini” di Roma, un decesso classificato all’epoca come suicidio.

A richiamare il contenuto della decisione di Strasburgo è l’avvocato Dario Riccioli, legale di Rosaria Intranuovo, madre del militare.

«Dalla lettura della motivazioni, appare chiaro che nonostante la Cedu abbia seguito la propria giurisprudenza e prassi e non abbia assunto il ruolo di un Tribunale di prima istanza, ha chiarito che l’indagine condotta dalla Procura di Roma - prima dell’intervento dell’avvocato e dei consulenti della signora Rosaria Intranuovo - è stata irragionevole e insufficiente ad assicurare le prove pertinenti l'omicidio di Tony Drago», afferma Riccioli.

All’epoca, secondo la versione ufficiale, il caporale si sarebbe gettato da una finestra della caserma; per il difensore, invece, Drago sarebbe stato ucciso.

«Ma ciò che è ancor più grave, la Cedu ha affermato che la Procura non ha fatto “un serio tentativo per stabilire” le cause della morte. Le considerazioni riportate nelle pagine della sentenza descrivono un tentativo di depistaggio delle indagini», prosegue il legale.

«Infine, la difesa del governo italiano sulle lesioni riscontrate sul corpo del povero Tony Drago e, in particolare, le lacerazioni sulla schiena del ragazzo non solo erano supportate da false dichiarazioni mai riscontrate, ma incoerenti con la ricostruzione offerta dai periti nominati dal Gip, che hanno messo in evidenza come l’enfisema polmonare e le tracce di sangue riscontrate nei polmoni e nel corpo di Drago, non erano compatibili con la morte per precipitazione, ma solo con altro tipo di dinamica».

Riccioli conclude: «Pertanto, escluso il suicidio e la cosiddetta “morte naturale”, l’unica conclusione logica cui possiamo addivenire è che, la mattina del 6 luglio 2014, Tony Drago è stato ucciso all’interno della Caserma Sabatini di Roma. Gli autori di quel delitto, ad oggi, sono rimasti impuniti».