A "Quarto Grado"
Garlasco, Sempio svela tutto: "Il dna sulle unghie? Può appartenere a un mio parente di 500 anni fa"
Consulenza genetica conferma le mie tesi, dice Sempio: sollievo per il chiarimento sul DNA, precisazioni sulla linea patrilineare e accuse di strumentalizzazione di foto e interpretazioni
Andrea Sempio
Andrea Sempio accoglie senza sorpresa la consulenza genetica firmata dalla dottoressa Albani. «In buona sostanza ha confermato quello che anche i miei consulenti mi ripetevano da mesi. Sono però molto contento che sia arrivata finalmente perché questa cosa del DNA è stato il grosso peso che ho avuto sulle spalle in tutti questi mesi», afferma a «Quarto Grado», il programma condotto da Gianluigi Nuzzi con Alessandra Viero. Il 38enne è indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Sempio critica le letture forzate che, a suo dire, stanno circolando: «Però in giro vedo un sacco di interpretazioni un po’ tirate per i capelli, un po’ come se qualcuno volesse vederci del male a tutti i costi. A me è sembrata una perizia molto chiara e che ha appianato tantissimi punti». E aggiunge una precisazione sul tema della cosiddetta «linea paterna»: «L’unica cosa che mi viene da dire è che si parla di linea paterna, e tutti associano all’idea papà, nonno, fratelli, ma in realtà sarebbe la linea patrilineare, che in realtà prende da quando quell’Y, quella linea familiare, si è originata in Italia. Quindi in realtà, fosse anche quello, non è detto che sia per forza un mio parente diretto tutt’oggi. Può anche essere che 500 anni fa, quando si è creata la linea familiare che oggi è portato ai Sempio, in giro in Italia ci siano altre persone che condividono questa cosa e che oggi non siano imparentati con me». Interpellato su come il suo profilo genetico possa essere finito sotto le unghie di Chiara, Sempio ricostruisce le sue abitudini di frequentazione della casa dei Poggi: «Allora ci sono sicuramente stanze in cui io passavo più spesso il tempo, che poi sono quelle che ho già raccontato più volte. Erano legate principalmente al fattore videogiochi, quindi la saletta al piano di sotto e la camera di Chiara. Quindi quelle erano le stanze dove io passavo più tempo e dove immagino ci sia stata più probabilità di contaminazione. Poi, in realtà, ci sono anche tanti altri punti che abbiamo ricostruito durante questi incontri. Quando sarà il momento ne parleremo, ne parleranno i miei consulenti». Sull’ultima occasione in cui sarebbe entrato nell’abitazione, ammette di non ricordare con precisione: «Allora, l’ultima volta di preciso, quella non me la ricordo. So che l’ultima volta che abbiamo avuto un incontro, io e Marco, prima dell’evento era stato il 4 agosto, perché ci eravamo visti di sicuro, alla sera. Non ricordo esattamente se in quella data io so fossi entrato in casa o meno. Può essere, è probabile, magari prima di uscire, quando passavamo a prenderlo, magari sono entrato, non lo ricordo esattamente con certezza. Però se non era quel giorno, comunque, sempre in quei giorni lì, se non era il 4, sarà stato comunque nei giorni precedenti».
Quanto alle fotografie del pomeriggio del 13 agosto 2007 che lo ritraggono davanti alla casa dei Poggi, sostiene di non averne conosciuto l’esistenza finora e minimizza il loro significato: «In realtà non è che mi ha fatto un effetto particolare. Io non sapevo dell’esistenza di queste foto. Allora, all’inizio io la notizia l’ho ricevuta come ‘Sono uscite le tue foto in via Pascoli’. Ho detto: ‘Oddio, cosa vuol dire questa cosa?’. E poi dopo, quando finalmente ho visto le foto, erano appunto le foto di quella giornata. A me sembra né più né meno una conferma di quello che io ho detto. Tutto lì. Non vedo perché abbiano fatto così scandalo. Mi sembra un altro di quei dati che qualcuno vuole rigirare in negativo a tutti i costi». Infine, alla domanda se tema l’emersione di nuove prove a suo carico, replica: «No. Secondo me se iniziano a mancare alcuni presupposti tecnici, come può essere magari il discorso del DNA, quello poi lo vedremo, uno degli attacchi che mi arriverà sarà il tentare di creare un mostro, perché se non hai più quello a cui attaccarti, devi colpire da un’altra parte. Quindi io non credo che dalle indagini verrà fuori qualcosa di particolare, ma sicuramente, qualora dovesse uscire qualcosa, anche di non così negativo, secondo me c’è dietro una grande forza che vuole travisare il tutto. Questo sì. Non guidata dagli inquirenti, non c’entra con le indagini. Parlo del tutto quello che c’è attorno».
