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Bandi e concorsi pilotati, la procura di Palermo fa ricorso al Riesame contro alcune decisioni del gip

I pm insistono sulla posizione di Totò Cuffaro sul capitolo del Consorzio di Bonifica. La difesa chiede invece al Tribunale l'annullamento per l'ex governatore. Non è stata impugnato il rigetto della misura per Romano.

Laura Distefano

13 Dicembre 2025, 14:21

14:26

Bandi e concorsi pilotati, la procura di Palermo fa ricorso al Riesame contro alcune decisioni del gip

Una decisione che gli addetti ai lavori si aspettavano. Invece gli indagati dell'inchiesta su gare e nomine pilotate sotto la regia di Totò Cuffaro, che ne erano usciti indenni, speravano non accadesse. La procura di Palermo ha deciso di impugnare l'ordinanza del gip che ha rigettato alcune richieste di misura cautelare per alcune posizioni. E, inoltre, ha ridimensionato e fatto cadere alcuni capitoli investigativi dell'inchiesta che ha portato ai domiciliari l'ex leader della Dc.

Facciamo un salto indietro. La gip Carmen Salustro ha ritenuto ci fossero le fondamenta per emettere una misura cautelare solo nella vicenda del concorso degli Oss all'ospedale Villa Sofia Cervello di Palermo. E, infatti, ritenendo corretta l'impostazione della procura sulla contestazione di un patto corruttivo ha disposto gli arresti domiciliari per Cuffaro, Roberto Colletti, ex manager dell’azienda ospedaliera, e Antonio Iacono, direttore del Trauma Center. Invece ha disposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per l’ex braccio destro di Cuffaro Vito Raso. Sul filone siracusano la gip ha riqualificato i fatti contestati sulla procedura di gara bandita dall'Asp per l'affidamento del servizio di ausiliariato in traffico di influenze. La misura scelta per Mauro Marchese e Marco Dammone (della Dussmann Service) è stata l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e la misura cautelare interdittiva di esercitare attività imprenditoriali. Per gli altri il gip aveva rigettato la richiesta della Procura.

Per Iacono e Colletti l’accusa non ha fatto ricorso, ma per Cuffaro sì. La procura insiste nella contestazione della corruzione per l'episodio del bando di Siracusa: la valutazione del gip che ha riqualificato in traffico di influenze per i pm è errata. Una scelta, quella del giudice, che per la Procura, sarebbe «viziata da un’evidente opera di travisamento dei fatti che discende dall’aver del tutto omesso di citare, o comunque considerare, alcuni decisivi elementi di prova». La motivazione dell’ordinanza del giudice delle indagini preliminari sarebbe, inoltre, a dire dell’accusa, contraddittoria perché non avrebbe «valorizzato, raffrontandole con le emergenze probatorie, le contraddizioni in cui sono incorsi i diversi protagonisti della vicenda coindagati, ascoltati durante gli interrogatori preventivi». In questo capitolo rientrava anche Saverio Romano: ma il nome dell'ex ministro non compare nella lista delle posizioni impugnate dalla procura palermitana. Una notizia che il deputato di Noi Moderati ha voluto evidenziare inviando una nota alle redazioni giornalistiche. Ma già il suo avvocato, Raffaele Bonsignore, dopo la notizia del rigetto aveva puntato il dito sul «processo mediatico» che era scaturito prima dell'interrogatorio preventivo.

Torniamo a Cuffaro. La procura chiede l’applicazione dei domiciliari (negati dal gip) per il capo d’accusa che riguardava presunte mazzette al direttore generale del Consorzio di bonifica occidentale della Regione Sicilia Giuseppe Tomasino. Anche per Tomasino (e per gli altri indagati a cui è stata negata la misura) è stato depositato ricorso al Tribunale della Libertà. Un altro aspetto censurato dalla Procura riguarda, infatti, il rigetto della richiesta di domiciliari per la presunta mazzetta che, attraverso Cuffaro e il deputato Dc Carmelo Pace, l’imprenditore Alessandro Vetro avrebbe fatto avere al direttore Tomasino. Per il gip, che aveva negato per tutti la misura catelare, l’indagine non avrebbe dimostrato la corruzione, ma al massimo una mediazione illecita onerosa che l’ex governatore avrebbe potuto eventualmente porre in essere, sfruttando la conoscenza con Tomasino per persuaderlo a favorire Vetro. Per i pm il gip avrebbe «travisato le risultanze investigative richiamate» e non avrebbe valutato di elementi «di chiaro rilievo indiziario».

Nessun ricorso, oltre che per il deputato di Noi Moderati Saverio Romano, anche per Vito Fazzino, il bed manager dell'Asp di Siracusa. Ma il passo indietro i pm lo avevano già fatto per Fazzino in fase di interrogatorio preventivo avendo revocato la richiesta di arresto.

Sarà una lotta bilaterale al Riesame. Perché anche i difensori di Totò Cuffaro, gli avvocati Giovanni Di Benedetto e Marcello Montalbano, hanno impugnato l'ordinanza del gip chiedendo l'annullamento della misura degli arresti domiciliari per mancanza di esigenze cautelare e della sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza. E mentre la difesa porterà i due provvedimenti di dissequestro da parte dei giudici del Riesame di Palermo e Catania come appendice al ricorso, la procura depositerà nuovamente l'informativa sulla formazione Cefpas e sanità privata per blindare e rafforzare l'apparato probatorio. Considerando che queste nuove prove non sono state valutate dalla gip non essendoci stato il contradditorio come prevede la legge. Queste carte, invece, potrebbero  (sicuramente la difesa si opporrà) entrare fra i faldoni dell'udienza del Tribunale della Libertà.