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Sanità

All'Ismett un'operazione cardiochirurgica mai tentata da Roma in giù

«Una novità straordinaria per i pazienti affetti da insufficienza tricuspidale, una malattia spesso grave e invalidante, associata ad alta mortalità e per la quale, fino a oggi, non esistevano terapie realmente risolutive»

Redazione Palermo

13 Dicembre 2025, 16:54

L'Ismett

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Un intervento di cardiochirurgia di rara delicatezza, eseguita all'Ismett di Palermo per la prima volta da Roma in giù.

Per la prima volta nel Sud Italia, infatti, è stata eseguita una procedura di sostituzione transcatetere della valvola tricuspide.

L’intervento è stato realizzato all’Ismett a Palermo, senza aprire il torace del paziente grazie ad una protesi.

La procedura, effettuata dall’équipe guidata dal direttore dell’unità di cardiologia interventistica Caterina Gandolfo, è durata soltanto 50 minuti ed è stata completata con successo.

Il paziente è in ottime condizioni cliniche e sarà dimesso nei prossimi giorni.

«Si tratta di una novità straordinaria per i pazienti affetti da insufficienza tricuspidale, una malattia spesso grave e invalidante, associata ad alta mortalità e per la quale, fino a oggi, non esistevano terapie realmente risolutive», si legge in una nota dell’Ismett. Non a caso la tricuspide viene spesso definita la «valvola dimenticata».

«Finalmente - dice Gandolfo - possiamo trattare in modo efficace la valvulopatia tricuspidale senza ricorrere alla cardiochirurgia tradizionale, quindi senza aprire il toracefermare il cuore. I risultati sono sorprendenti: la protesi consente di eliminare completamente il rigurgito valvolare. Ricordiamo che i pazienti con insufficienza tricuspidale severa soffrono sintomi debilitanti: problemi epatici, renali, affanno, edemi o gonfiori e spesso sono costretti a ripetuti ricoveri per scompenso cardiaco

Il rigurgito tricuspidale è molto diffuso nelle fasi iniziali: si riscontra nel 70-90% di chi si sottopone ad ecocardiogramma. Le forme lievi possono essere presenti anche in individui sani, mentre quelle più severe aumentano con l’età e colpiscono maggiormente le donne. Circa il 4% degli over 75 presenta un rigurgito clinicamente significativo ma si stima che oltre il 90% dei pazienti con forme gravi non riceva alcun trattamento.

«Desidero ringraziare tutta la mia squadra, la direzione di istituto, la direzione clinica e Michele Pilato, direttore del centro cuore - aggiunge Gandolfo - per la visione ed il sostegno ai percorsi di innovazione e per la costante collaborazione multidisciplinare che ha reso possibile questo traguar