il fatto
Recrudescenza criminale a Siracusa, istituzioni e imprese in allerta
Caligiore (antiracket): «Qualcuno si era illuso che il pizzo non esistesse più». La Cna chiede l’intervento del prefetto
L'esplosione di due ordigni rudimentali davanti ad altrettanti esercizi commerciali in via Grottasanta e in via Monteforte hanno riportato di sei anni indietro le lancette. Nel settembre 2019, ignoti facevano esplodere un ordigno davanti all'ingresso di un negozio in via Pietro Novelli. Da quell'attentato ne sono seguiti altri soprattutto nel 2021 con una serie di danneggiamenti ad uno studio veterinario, al bar Viola, alla banchina sette del porto grande, ad un chiosco di bibite in piazza Pancali, alla tabaccheria di via Piave, al bar Elite di viale Santa Panagia e a un chiosco per la vendita di fiori in viale dei Comuni.
Oggi come allora, la ripresa degli attentati desta preoccupazione. «Due attentati – dice Paolo Caligiore, leader della federazione delle associazioni antiracket e antiusura - diventano un segnale negativo importante. Saranno gli inquirenti a darci indicazioni se sia un segnale lanciato dal racket delle estorsioni. Qualcuno si era illuso che il pizzo non esistesse più ma noi temevamo questa eclatanza. L'obiettivo è quello di colpire alcune persone per dare un segnale agli altri».
Caligiore non si sorprende che la recrudescenza degli attentati sia avvenuta in questo periodo. «Le indagini del passato ci dicono che a Pasqua e a Natale ci sia un'intensificazione della pressione sugli imprenditori che devono sapere di non essere soli qualora decidessero di denunciare, unico modo per liberarsi da queste imposizioni non dovute». Anche Mauro Magnano, dirigente nazionale di Sos Impresa, la pensa allo stesso modo: «Dalle nostre parti non operano gruppi mafiosi strutturati ma c'è la non meno insidiosa malavita che, in un periodo di crisi economica, si fa sentire. Alcune persone, dopo anni di detenzione, sono tornate libere e non è che sappiano fare molto altro che dedicarsi alle intimidazioni a scopo estorsivo. Purtroppo, ce ne accorgiamo solo quando il criminale fa scrusciu».
La preoccupazione per la recrudescenza delle intimidazioni mobilita anche le organizzazioni di categoria, come nel caso della Cna che ha chiesto al prefetto Chiara Armenia, la convocazione urgente di un incontro con le forze dell'ordine per discutere sulle azioni da intraprendere e rafforzare la collaborazione tra istituzioni e mondo produttivo. «Riteniamo indispensabile – si legge nella richiesta inoltrata al Prefetto – un confronto immediato con le istituzioni competenti per individuare misure concrete di tutela e prevenzione, al fine di garantire ai nostri imprenditori condizioni di lavoro sicure e rispettose della legalità».
Dal mondo politico giungono numerosi messaggi di solidarietà alle vittime dei danneggiamenti: «C'è la mia totale fiducia nell’operato delle forze dell’ordine e della magistratura – afferma il deputato regionale di Fi, Riccardo Gennuso – già al lavoro per individuare i responsabili». Nell'affermare che la società non si piega davanti a violenza e intimidazioni, il deputato regionale Giuseppe Carta afferma che «la gravità di questi episodi, che seguono a brevissima distanza l’uno dall’altro, non può essere sottovalutata né ridotta a semplice cronaca. Si tratta di gesti intimidatori che colpiscono il cuore della nostra comunità, danneggiano imprese oneste e minano il senso di sicurezza di chi ogni giorno lavora per costruire futuro e occupazione nella nostra città». Parla di «episodi inquietanti» il deputato M5S, Filippo Scerra, aggiungendo «che generano allarme sociale e segnalano una recrudescenza criminale che da tempo era stata arginata. Si tratta di azioni che inquinano il tessuto sano della nostra città. Confidiamo pienamente nel lavoro delle forze dell’ordine, certi che sapranno inquadrare e leggere con attenzione questi atti criminali e vili, individuando i responsabili e assicurandoli alla giustizia».