I detenuti
«Carissimo Babbo Natale, quelle lettere dal carcere di Pagliarelli
L'iniziativa dell'autore e conduttore televisivo Massimo Minutella.
Massimo Minutella tra i detenuti del Pagliarelli
Non regali, ma richieste di coscienza. Arrivano dal carcere Pagliarelli le lettere indirizzate simbolicamente a Babbo Natale. Messaggi che non chiedono doni materiali, ma invocano un mondo fatto di pace, responsabilità e umanità, offrendo una riflessione che va oltre le sbarre. L'iniziativa, che si ripete annualmente, è dell'autore e conduttore televisivo Massimo Minutella che dedicherà a questi incontri una sua trasmissione.
Attraverso queste lettere i detenuti affrontano temi profondi come famiglia, violenza di genere, redenzione e seconde possibilità, trasformando una tradizione infantile in uno strumento di riflessione adulta. Le loro parole non cercano comprensione, ma ascolto. Una delle lettere si apre con una richiesta semplice e potente: la famiglia. «Quest’anno non ti chiedo cose straordinarie, ma ciò che per me è essenziale: la mia famiglia», scrive l’autore, ricordando genitori, fratelli, sorelle e nipoti come punto fermo anche nella distanza forzata.
Il Natale diventa così il desiderio di normalità e vicinanza emotiva, nonostante la condizione di reclusione. Tra i doni invocati c’è anche una chiave, simbolo di libertà e riscatto, capace di aprire i cancelli e restituire dignità, affinché ogni uomo e ogni donna possano dimostrare al mondo, e a sé stessi, di meritare una seconda possibilità. Un’opportunità che nasce prima di tutto dall’impegno personale e dal rispetto delle promesse fatte a sé stessi.
Un’altra lettera lancia un appello contro l’odio che attraversa la società. Il detenuto chiede che i cuori vengano «illuminati dall’amore» per contrastare la violenza, soprattutto quella contro le donne. Il riferimento ai femminicidi è netto: una condanna della cultura del possesso e un invito a un cambiamento profondo. Le lettere saranno trasmesse su Video Regione il 25 e 26 dicembre e il 1 gennaio