lo scandalo
Mazzette per il "rilascio" della salme al Policlinico di Palermo: "Un mare di piccioli" per oliare i lutti
Chiesti 15 arresti per il racket dell'obitorio, tra operatori e impresari funebri. Intercettazioni choc su tangenti da 100-150 euro, minacce e 49 casi (tra cui quello della salma di un ragazzo ucciso in discoteca)
Il rilascio delle salme al Policlinico di Palermo si trasformava in un lucroso business criminale: mazzette, tariffari fissi, minacce a chi non pagava e un'organizzazione con regole per spartire i profitti. La Procura, coordinata dal procuratore Maurizio De Lucia, ha chiesto l'arresto di 15 persone accusate di associazione a delinquere, corruzione e concussione. Tra gli indagati, operatori della camera mortuaria e titolari di pompe funebri come il noto imprenditore Francesco Trinca. Il gip fisserà ora gli interrogatori per decidere sulle misure cautelari.
L'inchiesta, partita da intercettazioni milanesi, ha svelato 49 casi di corruzione in poco più di un anno: dipendenti ospedalieri "oliavano" pratiche burocratiche per vestizioni, rilasci e trasferimenti, accelerando autorizzazioni per autopsie o decessi interni. In cambio, pacchetti da 100-150 euro a testa, con spartizioni precise: "Di Fatta e Marchese 150, io la mia parte me la sono presa, 45 tu, 45 Marcello", si sente in un'intercettazione.
L'origine dell'indagine: una telefonata "innocente" da Milano
Tutto inizia a Milano, dove la Polizia intercetta un titolare palermitano di pompe funebri. Contattato da un collega lombardo per trasferire un cadavere dalla Sicilia, l'uomo confessa candidamente: "Ho dato 100 euro a un operatore della camera mortuaria, perché qui funziona così". Da lì, gli investigatori approfondiscono, scoprendo un sistema rodato: gli imprenditori funebri che rifiutavano le tangenti venivano minacciati e ostacolati, bloccati nelle pratiche.
Le telecamere nascoste hanno immortalato consegne dirette: Marcello Spatola, dipendente di un'impresa funebre, passa 4 banconote da 50 euro a Marcello Gargano, operatore del Policlinico. "Uno, due, tre e quattro... sono giusti?", chiede Spatola. "Giustissimi... grazie sempre", replica Gargano. Precedono telefonate su documenti di salme. In un'altra, Salvatore Lo Bianco riceve soldi da una donna: "I piccioli te li ha dati?". "Mi ha dato questi e gli altri che mi porterò ora".
Il caso choc: mazzette sulla salma di un ragazzo assassinato
Tra i 49 episodi, spicca la pratica per Francesco Bacchi, 22enne ucciso a gennaio 2024 fuori da una discoteca di Balestrate dopo una lite. Un operatore esulta al telefono, ignaro delle intercettazioni: "Mii, un mare di piccioli ci sono qua!". Parla di tangenti incassate per "oliare" il rilascio della salma, spartite tra colleghi poco prima dell'arrivo del corpo.
L'associazione aveva regole ferree: tariffario per accelerare releases, vestizioni affidate ai familiari e trasferimenti interregionali. "Un mare di soldi" per pratiche ordinarie, con operatori che gestivano decine di casi al giorno.
L'impatto sul settore funebre e sull'ospedale
L'inchiesta coinvolge un ecosistema: 15 nomi noti, tra cui Francesco Trinca, figura di spicco nel panorama funebre siciliano. Le pompe funebri pagavano per non perdere clienti, in un mercato da milioni di euro annui dove velocità conta. Per il Policlinico, uno schiaffo: la camera mortuaria, punto nevralgico per centinaia di decessi (Covid, incidenti, autopsie giudiziarie), diventa teatro di corruzione sistemica.
La Procura punta su prove schiaccianti: intercettazioni, video, flussi di denaro. L'associazione operava con gerarchia: capi-obitorio coordinavano, spartizioni via fogli manoscritti ("questo è il foglio della salma che arriverà domani"). Oltre ai reati penali, emerge un danno etico: famiglie in lutto, spinte a scegliere imprese "amiche" per velocizzare riti e sepolture. Il sistema minava la concorrenza leale, favorendo cartelli funebri. Per Palermo, ennesimo capitolo di malaffare pubblico, dopo scandali sanitari.
La richiesta di arresto – notificata oggi – prelude a custodia cautelare: il gip deciderà post-interrogatori. Intanto, il Policlinico annuncia audit interni. Un caso che riaccende i riflettori su vulnerabilità ospedaliere e settore funebre, da Palermo a tutta Italia.