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il caso

La guerra dei tributi nell'amministrazione comunale, denunce e accuse tra la dirigenza e l’Avvocatura

La mancata riscossione di Imu e Cup: contenziosi scaduti per mancata impugnazione, denunce e sospensioni

Salvatore Ferro

16 Dicembre 2025, 06:00

09:34

La guerra dei tributi nell'amministrazione comunale, denunce e accuse tra la dirigenza e l’Avvocatura

Un milione e mezzo di euro di Imu contestato alla Città metropolitana, ma le somme in contenzioso ammontano a 5 milioni; oltre 263 mila euro di ex Tosap, oggi Cup, accertati nei confronti del Palermo calcio per lo stadio Barbera. Persi. Irrimediabilmente, perché sono scaduti i termini per l’impugnativa, e con il «giudicato “interno”» che verrà certamente invocato per neutralizzare i successivi eventuali giudizi. Sono altre gocce pesanti del vaso di Pandora della “guerra dei tributi”. Di fronte, la dirigenza dei Tributi e l’Avvocatura comunale, che non avrebbe, si sostiene, impugnato in Cassazione svariate pronunce, dichiarandole «improcedibili». Il capo degli avvocati, Vincenzo Criscuoli, è stato anche destinatario di una denuncia penale, tuttora oggetto di indagini, motivo che ha spinto la difesa della capo area Maria Mandalà e di Fabrizio La Malfa, nel procedimento disciplinare che è loro valsa una “condanna” rispettivamente a sette e tre giorni di sospensione senza stipendio, a porre il veto, come ha raccontato La Sicilia, sulla nomina di Criscuoli in commissione giudicatrice.

Il carteggio risale alla scorsa primavera-estate e coinvolge i Tributi, il ragioniere generale Paolo Bohuslav Basile, il segretario generale Raimondo Liotta, il direttore generale Eugenio Ceglia, la dirigente del contenzioso Marilena Sireci e, ovviamente, gli avvocati. La faccenda si innesta su uno dei pilastri della linea difensiva dei due dirigenti: la mancata sottoposizione a procedimento disciplinare degli avvocati. Oltre a Criscuoli, altri cinque. Si tratta dei dirigenti Sergio Palesano, Roberta Cannarozzo, Roberto Saetta, Caterina Grasso e Laura Piscitello, che si aggiungerebbero a due dirigenti di nomina fiduciaria, Massimo Rizzuto e la stessa Marilena Sireci. Il primo, protagonista - come scrive il ragioniere generale Basile sulla scorta del verbale dell’ufficio tecnico delle Entrate - di «un’ingerenza senza titolo a favore di Invitalia spa» perché alla società fosse risparmiata la Tari; la seconda, responsabile del contenzioso tributario, co-firmataria della nota sulle progressioni verticali che era tra i capi di incolpazione di La Malfa e Mandalà. E qui si apre un altro capitolo, con i frequenti e documentati contrasti tra Criscuoli e la stessa Sireci, che a un anno circa dalla nomina, a settembre 2024 era già balzata alle cronache perché non iscritta all’albo. Su questo Criscuoli, sferzante, insiste, arrivando a chiedere se la dirigente fosse, appunto, un “vero” avvocato. Non solo Palermo Fc e Città metropolitana, ma una grossa mole di casi, nella quale spiccano una controversia con un condominio in via dell’Ermellino, per oltre 171mila euro, e la «tardiva costituzione», sempre secondo il carteggio, dell’avvocato Palesano in una causa che alla fine ha visto soccombere il Comune, per «irricevibilità della documentazione allegata» dalla stessa Mandalà - dodici allegati inutilizzabili da parte del giudice - in una causa di lavoro che ha visto prevalere un dipendente, con un debito fuori bilancio di circa quindicimila euro.

Per la Mandalà, «comportamenti superficiali e omissivi dei doveri d’ufficio». L’8 maggio vengono segnalate, non esaustivamente, «19 mancate costituzioni in giudizio in ricorsi in cui l’amministrazione era parte attrice, e 20 in cui era convenuta». Il 12 dello stesso mese, in «riscontro al drammatico ampliamento delle criticità sistemiche nella gestione del contenzioso da parte dell’Avvocatura comunale», il ragioniere generale definisce la «corrispondenza fitta e allarmante» in «una situazione la cui gravità travalica ogni precedente pur pessimistica valutazione».