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In prefettura

Dalla carta alle chiavi: come 108 beni confiscati possono ridisegnare il futuro di cinque province siciliane

Una riunione operativa rilancia la sfida del riuso: numeri, protagonisti, prossimi passi e fondi per trasformare patrimoni illeciti in opportunità collettive

Redazione La Sicilia

16 Dicembre 2025, 17:32

Dalla carta alle chiavi: come 108 beni confiscati possono ridisegnare il futuro di cinque province siciliane

Le cartelle sono allineate sul tavolo di legno scuro, come un plastico invisibile del territorio: particelle catastali, foto di case con gli infissi divelti, mappe di campagne incolte, note sui vincoli urbanistici. In cima, un numero che pesa: 108. Tanti sono i beni sottratti alle mafie —28 immobili e 80 terreni, per un valore stimato oltre 1.660.000 euro— che ieri sono finiti al centro di una Conferenza dei Servizi convocata nella Prefettura di Enna per decidere il loro destino in cinque province: Catania, Caltanissetta, Enna, Messina e Siracusa. A guidare i lavori la direttrice dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati (ANBSC), la prefetta Maria Rosaria Laganà, accanto alla padrona di casa, la prefetta di Enna Maria Carolina Ippolito, con magistratura, forze dell’ordine, Agenzia del Demanio, Regione Siciliana e i sindaci chiamati a trasformare la confisca in servizi, lavoro, comunità. Una riunione tecnica, certo. Ma con un obiettivo civile: passare dalla carta alle chiavi.

Cosa è successo a Enna e perché conta

I numeri non sono una conta sterile. Dietro ciascuno dei 108 beni illustrati in Prefettura c’è l’ipotesi —quando non la richiesta già formalizzata— di destinarli a finalità istituzionali o sociali, come prevede il Codice Antimafia. Dopo la sessione, le manifestazioni di interesse passano al Consiglio direttivo dell’Anbsc, chiamato a deliberare la destinazione definitiva. È un meccanismo che accelera i tempi, evita rimpalli e mette nella stessa stanza (fisica o virtuale) chi potrà davvero usare quei beni: Comuni, Province/Città metropolitane, Regione, Demanio, e —novità ormai strutturale— organizzazioni del Terzo settore. Il messaggio è chiaro: concentrare le decisioni, ridurre le inerzie, programmare i cantieri del riuso.

I protagonisti istituzionali: un passaggio di testimone a Enna

A margine dell’incontro ennese, si registra un movimento istituzionale d’impatto per il territorio. La prefetta Maria Carolina Ippolito è stata destinata alla guida della Prefettura di Matera dal Consiglio dei Ministri dell’11 dicembre 2025; a Enna subentra il prefetto Ignazio Portelli, già Commissario dello Stato per la Regione Siciliana. Portelli, dopo un contenzioso amministrativo, è stato confermato in servizio —alla luce dell’innalzamento a 67 anni del limite d’età per i pubblici dipendenti introdotto con la Legge di Bilancio 2025— prima dal TAR Lazio e poi in sede cautelare dal Consiglio di Stato. Un dettaglio solo apparente: nella regia del riuso, la Prefettura è hub decisivo per convocare e tenere insieme i fili istituzionali.