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la storia

Barrafranca, ragazzino di 13 anni ucciso vent'anni fa: un delitto rimasto ancora senza colpevoli

Omicidio, indagini e processi ribaltati: la ferita aperta e la ricerca di verità sulla morte del piccolo Francesco Ferreri

Laura Mendola

16 Dicembre 2025, 17:30

17:43

Barrafranca, ragazzino ucciso vent'anni fa: un ancora delitto senza colpevoli

Il luogo dell'omicidio e Francesco Ferreri

Era il 16 dicembre 2005 quando Francesco Ferreri, tredicenne di Barrafranca, in provincia di Enna, uscì di casa dicendo ai genitori che sarebbe andato in parrocchia. Non vi arrivò mai.
Il giorno successivo, il suo corpo venne ritrovato in fondo a una scarpata, in un’area isolata utilizzata come discarica abusiva. Le ferite sul cranio, compatibili con colpi violenti, e le tracce di violenza sessuale chiarirono immediatamente che non si trattava di un incidente. La comunità rimase sconvolta. Un ragazzo di appena tredici anni, ucciso con una brutalità inaudita, in un contesto che fin da subito apparve oscuro e carico di interrogativi.

Le indagini e i primi sospetti

Le indagini si avviarono rapidamente. Tra i rovi della zona fu rinvenuta una chiave inglese sporca di sangue, ritenuta l’arma del delitto. Poco distante, in contrada Torre, un abbeveratoio presentava evidenti tracce di lavaggio, come se qualcuno avesse tentato di eliminare residui compromettenti. Gli inquirenti ipotizzarono il coinvolgimento di più persone. Nel 2006 vennero arrestati quattro uomini, tra cui un compagno di scuola di Francesco e tre adulti. Le accuse erano gravissime: omicidio volontario, violenza sessuale aggravata e produzione di materiale pedopornografico.

Il processo e il ribaltamento

Il processo di primo grado sembrò inizialmente fornire risposte. Giuseppe Faraci fu condannato all’ergastolo come esecutore materiale dell’omicidio, mentre gli altri imputati ricevettero pene comprese tra i dieci e i dodici anni. A Barrafranca, e non solo, la sentenza fu accolta come un momento di sollievo: la giustizia sembrava aver individuato i responsabili di un delitto che aveva segnato profondamente il territorio. Ma la vicenda era tutt’altro che conclusa.

In appello, la Corte di Caltanissetta ribaltò completamente il verdetto: tutti assolti. Le prove furono ritenute insufficienti, le testimonianze giudicate contraddittorie, l’impianto accusatorio considerato fragile. La Corte di Cassazione confermò successivamente l’assoluzione. L’omicidio di Francesco Ferreri restava, così, senza colpevoli.

Un caso simbolo

Da allora, il caso Ferreri è diventato un simbolo delle difficoltà della giustizia italiana di fronte a crimini complessi e traumatici. Un delitto efferato, un lungo iter giudiziario, e alla fine nessuna condanna definitiva.

Le domande restano sospese: chi ha ucciso Francesco? Perché? E com’è possibile che un omicidio così brutale resti privo di responsabili?

Memoria e richiesta di verità

A quasi vent’anni di distanza, Barrafranca continua a ricordare Francesco. La sua storia è stata raccontata anche nel libro Terra di silenzio. Chi ha ucciso Francesco Ferreri?, che raccoglie testimonianze, riflessioni e ricostruzioni, mantenendo viva la memoria del ragazzo e la richiesta di verità.

Il dossier investigativo, riletto oggi, mette in luce contraddizioni e zone d’ombra: prove materiali mai pienamente valorizzate, testimonianze fragili, piste investigative abbandonate.
La verità giudiziaria si è fermata all’assoluzione. La verità storica e sociale, invece, continua a essere cercata.

Barrafranca porta ancora il peso di quel mistero. E la domanda, a distanza di anni, resta la stessa: chi ha ucciso Francesco Ferreri?