17 dicembre 2025 - Aggiornato alle 06:32
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La protesta

L'Asp di Caltanissetta non ha pubblicato il bando per gli autistici adulti, genitori sul piede di guerra

Si tratta di terapie fondamentali che ora rischiano di essere sospese

Domenico Russello

17 Dicembre 2025, 03:00

L'Asp di Caltanissetta non ha pubblicato il bando per gli autistici adulti, genitori sul piede di guerra

La convenzione in scadenza il 31 dicembre, nessun bando ancora pubblicato ed il rischio di mesi di sospensione delle terapie fondamentali per bambini e ragazzi con disturbo dello spettro autistico. L’associazione Gelautismo fa emergere lo stallo che tocca nuovamente decine di famiglie della città e del comprensorio: ad oggi, infatti, l’Asp di Caltanissetta non ha ancora reso pubblico il bando per il rinnovo del “Servizio di interventi terapeutici abilitativi/riabilitativi comportamentali e cognitivo comportamentali secondo Pti (Progetto terapeutico individualizzato)”, che riguarda terapie e attività che bimbi e giovani con autismo svolgono in orario pomeridiano: un prezioso supporto alle famiglie, che diventa di vitale importanza per l’inclusione dei loro figli. Dal 2023 il servizio è gestito dalla cooperativa Carpe diem. Già quest’anno le attività sono partite ad aprile con un ritardo di quattro mesi e la prospettiva oggi è quella di cominciare il 2026 senza tempi certi. Il tutto nello sconforto delle famiglie, cui in maniera informale è stato comunicato che il bando sarebbe già pronto e definito e che mancherebbe solo la firma del direttore generale.

«Ma con i tempi siamo già oltre – dicono Concetta Monachella e Luisa Infurna, presidente e vicepresidente di Gelautismo –, che cosa faranno dal 2 gennaio i nostri figli? Perché ogni anno siamo costretti ad affrontare una sospensione del servizio? Le terapie domiciliari costano, siamo famiglie monoreddito perché almeno uno dei genitori si dedica totalmente ai figli e non possiamo permetterci di fare altro. Non possiamo più tollerare questa situazione, siamo sempre amareggiate». «Non capiamo perché nemmeno stavolta non siano stati rispettati i tempi tecnici per affidare un servizio garantito dalla legge – aggiunge Antonio La Vattiata, socio fondatore dell’associazione –. C’è un budget previsto dalle normative e noi chiediamo che sia utilizzato per intero. Per l’on. Davide Faraone, vicepresidente di Italia viva, «non si tratta di un disguido burocratico ma di un danno sociale». Venerdì nel frattempo è previsto un incontro sul tema con l’assessore ai servizi sociali Valeria Caci.