17 dicembre 2025 - Aggiornato alle 10:42
×

Sanità

L'Asp di Messina risponde alle critiche di Sciotto dando i numeri: «Già spesi 118,672 milioni dei finanziamenti Pnrr»

La Direzione Strategica: «Noi ai post sui social rispondiamo con fatti concreti e fondi per tutti gli ospedali provinciali»

Redazione Messina

17 Dicembre 2025, 08:41

08:44

L'Asp di Messina risponde alle critiche di Sciotto dando i numeri: «Già spesi 118,672 milioni dei finanziamenti Pnrr»

«Da mesi vengono riempiti i social di post sulla sanità da parte di un deputato del territorio: Milazzo, Barcellona, Patti. Un post dopo l’altro. Sempre lo stesso tono allarmistico, sempre la stessa indignazione. Quasi mai una proposta concreta. È quindi utile, a questo punto, fare un po’ di ordine. Con calma. E soprattutto con i fatti. Le criticità della sanità pubblica non sono nate ieri e non coincidono con l’attuale Direzione strategica. Sono problemi strutturali, nazionali e regionali, che chiunque abbia davvero amministrato conosce bene: carenza cronica di personale, concorsi deserti, reparti sotto pressione, strutture da adeguare, norme stringenti e procedure complesse che non si aggirano con un post su Facebook. La differenza, in realtà, è molto semplice: c’è chi posta, e c’è chi amministra». A scriverlo, con riferimento ai post del deputato Ars Matteo Sciotto (Sud chiama Nord), pur mai nominato, è la Direzione Strategica dell’Asp di Messina composta dal direttore generale Giuseppe Cucci, il direttore amministrativo Giancarlo Niutta e il direttore sanitario Giuseppe Ranieri Trimarchi.

«Mentre qualcuno – aggiunge la Direzione Strategica - tenta di acquistare consenso raccontando quotidianamente il “disastro permanente”, i fatti – quelli meno rumorosi e più impegnativi – vanno avanti. La polemica sulla nomina di un dirigente che ha dimostrato, negli anni, professionalità, dedizione e senso del servizio appare francamente sorprendente, se non pretestuosa, alla luce della drammatica carenza di medici che affligge oggi il sistema sanitario. In un contesto segnato da organici ridotti, concorsi deserti e reparti sotto costante pressione, le nomine non rappresentano atti discrezionali né operazioni di convenienza, ma scelte necessarie per garantire la continuità assistenziale e la sicurezza delle cure. Metterle in discussione senza considerare la realtà dei fatti significa ignorare deliberatamente le condizioni in cui la sanità pubblica è chiamata a operare. Chi conosce davvero il sistema sa che, senza questi atti di responsabilità, interi servizi rischierebbero il blocco, con conseguenze dirette sui cittadini e sui territori. Trasformare decisioni obbligate in terreno di polemica politica non rafforza il dibattito pubblico: lo indebolisce. La sanità non ha bisogno di clamore, ma di scelte serie, competenti e orientate esclusivamente all’interesse collettivo. Ed è esattamente in questa direzione che si collocano le decisioni assunte».

«Il PNRR – Missione 6 Salute – continua la Direzione Strategica – rappresenta il più grande investimento mai realizzato sulla sanità pubblica. Nel contesto dell’ASP di Messina, il dato di avanzamento è pari al 46 percento per le case di Comunità, dell’86% per le centrali operative Territoriali, del 46% per gli ospedali di comunità e del 25 percento per ospedali sicuri, valori ben al di sopra della media regionale. Questa è la rendicontazione sul Portale Regis con percentuali e importi aggiornata al 30.11.2025. Un dato che nasce da programmazione, capacità amministrativa e rispetto dei tempi. Ed è proprio sui tempi che è opportuno essere chiari. Non annunci. Non slogan. Ma un cronoprogramma definito, con strutture già collaudate e pronte all’attivazione. Il primo step fissato per il 15/16 dicembre 2025 ha previsto l’attivazione delle Case di Comunità di Castell’Umberto, San Salvatore di Fitalia, Valdina, Barcellona Pozzo di Gotto, Roccalumera, Santa Domenica di Vittoria e San Piero Patti, oltre all’Ospedale di Comunità di Barcellona Pozzo di Gotto. Il secondo step, previsto per il 15/16 gennaio 2026, riguarderà le Case di Comunità di Santo Stefano di Camastra, Mistretta, Novara di Sicilia, Sant’Agata di Militello, Milazzo, Brolo e Sant’Alessio Siculo, insieme agli Ospedali di Comunità di Sant’Agata di Militello, Taormina e Patti. Un percorso graduale, realistico e verificabile».

«Gli interventi – aggiunge ancora la Direzione Strategica - non riguardano un solo presidio, ma l’intera rete ospedaliera provinciale con finanziamenti Pnrr già spesi per un totale di 118.672.393,74 euro. Gli investimenti vedono l’Ospedale di Milazzo per un totale di € 26.852.643,04, l’Ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto per € 9.857.930,00, l’Ospedale di Patti per € 22.157.722,42, l’Ospedale di Taormina per € 30.799.034,00, l’Ospedale di Sant’Agata di Militello per € 9.283.214,00, l’Ospedale di Lipari per € 6.958.737,28 e l’Ospedale di Mistretta per € 12.762.113,00. Ridurre questa complessa attività di governo clinico a una lettura semplicistica significa ignorare il lavoro quotidiano di coordinamento e gestione del rischio clinico. Risorse destinate a strutture, sicurezza e tecnologie. Non alla propaganda. In questo quadro si colloca anche la riapertura del Pronto Soccorso di Barcellona Pozzo di Gotto, un presidio tornato operativo grazie ad atti amministrativi e lavoro serio. Questo è un fatto. Non un’opinione. È in atto un percorso di risanamento e rilancio reale, che mira a restituire al territorio strutture sanitarie moderne, sicure e pienamente rispondenti agli standard richiesti. Si esprime rammarico per il fatto che si scelga la via dell’attacco mediatico anziché un confronto diretto e consapevole. Il lavoro in corso è un percorso complesso, faticoso e responsabile: i risultati saranno strutture sanitarie più sicure e realmente all’altezza delle esigenze della comunità».

«La critica, anche dura, - conclude la Direzione strategica - è sempre legittima. Le affermazioni false, offensive e diffamatorie, no. I post che si leggono in alcuni commenti sono molto coraggiosi finché restano dietro uno schermo, ma quando arrivano gli atti formali il tono cambia. La sanità pubblica non si governa con l’indignazione a comando e non si difende trasformandola in terreno di scontro personale. Noi continueremo a lavorare con i fatti, con gli atti e con le strutture che aprono. Chi preferisce il rumore, continui pure. I risultati, come sempre, restano».