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La manifestazione

Almaviva, domani a Palermo i lavoratori del call center in sit in: «Vogliamo risposte»

Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni saranno in protesta davanti all’Ars

Redazione Palermo

17 Dicembre 2025, 10:42

Almaviva, domani a Palermo i lavoratori del call center in sit in: «Vogliamo risposte»

Domani, giovedì 18 dicembre, alle 9.30, Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni saranno in sit in davanti all’Ars, a Palermo, per chiedere "risposte immediate e atti concreti" sulla vertenza degli ex Almaviva Contact. La manifestazione coinvolge gli oltre 484 lavoratori residenti a Palermo e Catania licenziati il 31 luglio scorso con l’uscita di scena unilaterale dell’azienda dal panorama regionale.

Chiediamo che la Regione si attivi per i due progetti di ricollocazione stabiliti, il servizio 116117 di pubblica utilità in ambito sanitario e il percorso di digitalizzazione, ancora in fase istruttoria, stanziando le coperture economiche necessarie - affermano il segretario generale Slc Cgil Palermo Fabio Maggio e Giancarlo Mancuso, in rappresentanza dei lavoratori - L’obiettivo è garantire almeno un Natale più sereno ai lavoratori e una speranza reale per il futuro di centinaia di famiglie. Dal giorno in cui sono stati licenziati ad oggi nulla è cambiato. Si sono avute interlocuzioni con le istituzioni regionali, molti intenti, molte date annunciate ma nulla si è concretizzato. La svolta doveva esserci il 9 dicembre: per quel giorno era prevista una convocazione presso la presidenza della Regione che non si è mai svolta. Per oltre 400 famiglie oggi regna l'incertezza assoluta, la precarietà e un profondo senso di abbandono da parte delle istituzioni”.

Nella nota unitaria, i sindacati rivendicano “la copertura economica, le risorse finanziarie strettamente necessarie alla sostenibilità dei progetti previsti in questi mesi, una programmazione certa della fase realizzativa, con l’uscita dallo stato di disoccupazione dell’intero bacino dei lavoratori oggi abbandonati in uno stato di indigenza, generato da una erogazione dell’assegno Naspi con importi errati distanti da qualsiasi forma di sussistenza sociale”.