LA SENTENZA
Ridotta a due anni la condanna per maltrattamenti al filosofo catanese Leonardo Caffo: farà un percorso di recupero
L’episodio contestato riguardava la frattura di un dito alla giovane donna durante un litigio che, secondo la versione dell’imputato, non sarebbe stata intenzionale
La Corte d'Appello di Milano ha accolto la proposta di concordato presentata dalla difesa del filosofo Leonardo Caffo, imputato per maltrattamenti aggravati e lesioni ai danni dell'ex compagna, e ha ridotto la pena inflitta in primo grado da quattro a due anni di reclusione. Sono stati inoltre concessi la sospensione condizionale della pena e il beneficio della non menzione. I giudici hanno assolto Caffo dall'accusa di lesioni con la formula “perché il fatto non costituisce reato”.
L'episodio contestato riguardava la frattura di un dito alla giovane donna durante un litigio, che, secondo la versione dell'imputato, non sarebbe stata intenzionale. La sentenza è stata subordinata alla partecipazione a un percorso di recupero per uomini maltrattanti da completare entro sei mesi. Per il resto, la Corte ha confermato il verdetto di un anno fa, senza però riconoscere l'aggravante. La ex fidanzata, già risarcita con circa 45 mila euro, ha revocato la costituzione di parte civile.
«Sono contento che oggi si sia potuto chiudere, senza ulteriori anni di vita buttati anche per un bene superiore e pur dovendo cedere dei pezzi. Non posso nascondere che è complesso dove cedere dei pezzi. Penso che sia un gesto di civiltà e sono felice di averla potuta chiudere nel migliore modi possibile stante il fatto che la lotta è stata lunga e faticosa. Qui forse bisogna guardare un interesse superiore che non è quello personale, non è quello dell’ego». Così Caffo ha commentato la decisione della Corte d’Appello di Milano che ha accolto la proposta di concordato subordinato a un percorso di recupero in un centro «per soggetti condannati»
Caffo, precisando che il concordato da lui proposto e accolto dai giudici «non è un’ammissione di colpa», ha aggiunto che «avendo io ottenuto dei benefici» come la condizionale e la non menzione, «è un modo per tornare a lavorare e anche a continuare a lavorare su di me. Io ho già iniziato il percorso, questi anni sono stati anni di riflessione». Anni in cui, ha tenuto a dire, «sono stato massacrato sulla stampa per tutta una serie di cose che poi, uscito da qui, riconosce non esserci» e per questo il suo lavoro è stato «deviato» e la sua credibilità «distrutta».