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Sicilia, il caro-affitti pesa sulle famiglie: boom di locazioni brevi
Tra il 2017 e il 2024, sono cresciute del 90% a Catania, del 51% a Palermo e del 49% a Messina. L’incremento è ancor più marcato per i grandi host (chi gestisce oltre 10 immobili). Tante case vuote
Il caro affitti pesa in modo rilevante sui bilanci familiari in Sicilia, dove il 41,4% dei nuclei è a rischio povertà ed esclusione sociale. In questo quadro, si registrano molte abitazioni vuote, un’offerta di edilizia residenziale pubblica limitata e posti letto insufficienti per gli studenti fuori sede. Crescono invece le locazioni turistiche di breve durata e, parallelamente, i ricavi generati da questo segmento, soprattutto quando gestito dai grandi host. È quanto emerge dal Report 2025 del Forum dell’abitare (Cgil, Sunia, Arci, Auser, Comunità Sant’Egidio, Legambiente, Udu, Federconsumatori), presentato oggi, che conferma una diffusa condizione di disagio abitativo nell’Isola. «La situazione delle famiglie è grave – ha dichiarato in conferenza stampa Angela Biondi, segretaria confederale Cgil Sicilia – e il problema abitativo meriterebbe attenzione da parte delle istituzioni. Assistiamo allo svuotamento dei centri storici con molte abitazioni che finiscono nelle mani di grandi host che esercitano un dumping nei confronti del settore alberghiero».
Tra il 2017 e il 2024, gli affitti brevi sono cresciuti del 90% a Catania, del 51% a Palermo e del 49% a Messina. L’incremento è ancor più marcato per i grandi host (chi gestisce oltre 10 immobili, con punte fino a 35 unità): +171% a Catania, +274% a Messina e +162% a Palermo. Di pari passo aumentano i ricavi: +235% a Palermo, +171% a Messina e +150% a Catania. Il report misura anche il “tasso di sforzo”, ossia la quota di reddito assorbita dal canone: 28% a Catania; 26% a Palermo (27% considerando la provincia); 26% a Siracusa; 25% a Ragusa; 22% a Messina. Ciò a fronte di salari nel privato pari in media a 17.735 euro annui e pensioni basse (470 mila assegni sotto i 1.000 euro lordi e 656.453 sotto i 1.300, fonte Inps 2025), con una platea a rischio povertà ed esclusione sociale attestata al 41,4% (Defr 2025/2027 della Regione Siciliana).
Sul fronte dei canoni medi, si pagano 8,7 euro al metro quadro a Catania (quasi 900 euro per 100 mq), 8,6 a Palermo e 7,9 a Messina. Caltanissetta risulta la città più “accessibile” con 5,3 euro al metro quadro. Persistono inoltre 23.938 domande in attesa per l’assegnazione di alloggi popolari (Sunia, 2023). Quanto al diritto allo studio, a fronte di 37.132 studenti fuori sede iscritti agli atenei di Palermo, Catania e Messina, i posti letto pubblici disponibili sono soltanto 1.875. Nel contempo, il patrimonio residenziale inutilizzato è ampio: le case non occupate sono il 26,4% a Messina, il 23,4% a Catania e il 20,8% a Palermo; considerando le rispettive province, Messina raggiunge il 39,8%. Per affrontare l’emergenza, il Forum propone l’istituzione di un assessorato regionale alla casa e di un osservatorio dedicato, oltre alla creazione di una “banca del riuso” in cui convogliare l’intero patrimonio pubblico recuperabile.