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La giornata

Litigi, colpi di scena, Stasi in aula e l'assenza di Sempio: cosa è successo a Garlasco durante l'incidente probatorio, ora l'attesa

Perizia genetica di Albani indica un profilo compatibile con la linea maschile della famiglia Sempio, ma il risultato non è replicato e resta contestato; a sorpresa in aula Alberto Stasi, gli atti passano alla Procura di Pavia.

Luigi Ansaloni

18 Dicembre 2025, 21:05

Alberto Stasi

Alberto Stasi

Si è conclusa dopo circa quattro ore l’udienza preliminare dell’incidente probatorio sul caso di Garlasco.

Al centro del confronto, la perizia della genetista Denise Albani, secondo cui il profilo genetico rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi, la 26enne uccisa nell’estate di diciotto anni fa nella propria abitazione, risulta compatibile con la linea genetica maschile della famiglia di Andrea Sempio.

Un esito, tuttavia, ritenuto non pienamente affidabile e suscettibile di diverse letture.

A sorpresa si è presentato in tribunale Alberto Stasi, che per l’omicidio della giovane, allora sua fidanzata, sta terminando di scontare una condanna definitiva a 16 anni in regime di semilibertà. «Non posso parlare, per favore lasciatemi andare. Abbiate pazienza!», ha dichiarato l’ex studente della Bocconi.

La sua presenza, hanno spiegato gli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis, «era importante: sono undici anni che si parla di questo dna e finalmente è arrivata la perizia». Un documento di novanta pagine che, hanno precisato, «escludono Stasi dalle tracce riscontrate».

«Non mi aspettavo la sua presenza, ma non mi sono opposto perché non ho rilevato controindicazioni», ha osservato l’avvocato Liborio Cataliotti, uno dei difensori di Sempio, assente in aula. «Andrea non sarebbe stato interrogato, così come non lo è stato Stasi, e non avrebbe avuto diritto di parola, così come non l’ha avuta Stasi. Si è trattato di un’udienza tecnico-scientifica. A me e all’avvocato Angela Taccia è sembrato prezioso che ci fossero i nostri periti. Era inutile invece la presenza del nostro assistito, anche per non esporlo alle telecamere. Siamo molto soddisfatti di come è andato l’incidente probatorio».

Pur riconoscendo che il lavoro della genetista Albani sia stato «egregio», il legale ha evidenziato un “vulnus” iniziale: «il fatto che il dato non è stato replicato con uguale risultato e questo rende il risultato giuridicamente inutilizzabile». Inoltre, ha aggiunto, «non si può arrivare a un punto fermo» sull’identità del Dna rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi. Motivo per cui la difesa di Sempio si è detta «ancor più soddisfatta».

Di «grave violazione del Codice di procedura penale» parla Domenico Aiello, difensore dell’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, indagato a Brescia in un filone dell’inchiesta. «Sarei curioso di capire se sia soddisfatto e in quale veste sarà registrato al verbale di udienza – ha dichiarato – se spettatore abusivo o talent scout o osservatore interessato».

La perizia e le relazioni depositate dalle parti sono state acquisite dal gip Daniela Garlaschielli, che aveva disposto l’incidente probatorio. Gli atti passeranno ora alla Procura di Pavia, titolare delle indagini condotte dai carabinieri di Milano, cui spetterà valutare l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio dell’indagato.

«Gli accertamenti sono stati fatti, siamo a questo punto. Forse sono necessari ma finiscono con lo sconvolgere la vita delle persone», ha commentato l’avvocato Francesco Compagna, che insieme al collega Gianluigi Tizzoni assiste la famiglia di Chiara Poggi. I legali denunciano «questa attenzione morbosa in cui ciascuno strumentalizza una vicenda processuale per sostenere la propria tesi» e auspicano «maggiore riservatezza e tutela delle persone», riferendo inoltre di ricevere «sui social insulti e attacchi».

La famiglia della vittima, ha aggiunto Compagna, resta convinta «della colpevolezza di Alberto Stasi», ricordando che per lui «sarebbe stata comunque praticabile l’ipotesi della richiesta di revisione della sentenza di condanna».