servizio idrico
Aretusacque prende il via. La strategia: «Rete idrica, depurazione e riduzione delle perdite»
Firmata la convenzione con ati, il presidente Cocozza sottolinea l’impegno a garantire un servizio moderno, efficiente e sostenibile
«Contrastare in modo strutturale le dispersioni idriche e investire nella realizzazione e nel potenziamento di impianti di depurazione e reti fognarie. Lo faremo coinvolgendo gli operatori locali e valorizzando le competenze del territorio»: nelle prime parole del presidente del consiglio di Gestione di Aretusacque, Roberto Cocozza (a sinistra nella foto con Assenza), espressione di Acea, la parte privata della società mista che gestirà il servizio idrico integrato in provincia nei prossimi trent’anni, c’è già tantissimo. Sono state pronunciate ieri, subito dopo la firma della convenzione tra Ati e Aretusacque, che sancisce di fatto l’operatività del futuro gestore, avvia il passaggio di consegne delle reti di tutta la provincia, e indirizza verso l’affidamento vero e proprio che si concretizzerà, verosimilmente, nel primo semestre del 2026.
A sottoscrivere l’atto da una parte, appunto, Cocozza, rappresentante sociale di Aretusacque, società partecipata al 51% dai Comuni e al 49% dal socio privato Acea, e dall’altra la commissaria dell’Ati, Sara Barresi. Perché, come qualche sindaco ieri ha finto di dimenticare, i primi cittadini ieri non avevano alcun diritto di voto o di veto: l’Ati (Assemblea territoriale idrica, ossia i sindaci) è stata commissariata nel gennaio del 2023 proprio nella parte dell’affidamento del servizio idrico al gestore unico. Commissariamento arrivato per inadempienza degli stessi sindaci, che avrebbero dovuto affidare il servizio, secondo legge, entro il 7 novembre del 2022. E così, con un percorso intrapreso con l’assessore regionale Roberto Di Mauro, sancito da un incontro in Prefettura ai primi di dicembre 2022, optarono per il cambio del modello di gestione (da pubblico a misto), che arrivò con il voto dell’assemblea a fine dicembre. E accettarono un’inevitabile commissariamento qualche giorno dopo, ai primi di gennaio 2023. Si insediò, appunto, la dirigente regionale Barresi, che ha condotto la gara per l’individuazione del socio privato di Aretusacque (vinta da Acea), giungendo all’aggiudicazione un anno fa. Una volta costituita Aretusacque, lo scorso luglio, con l’elezione dei due organismi che dovrebbero equilibrare gli interessi (consiglio di Sorveglianza, il pubblico; consiglio di Gestione, i privati) si è giunti appunto alla firma della convenzione di ieri.
Excursus necessario perché spiega quantomeno il ritardo della sollevazione di qualche sindaco (Avola, Francofonte e Portopalo, un fronte. Altri fronti: Carlentini e Palazzolo). I primi tre hanno denunciato di ignorare “il contenuto, sia tecnico sia economico, degli accordi con il socio privato” e che “il testo definitivo della convenzione, che recepisce l’offerta del privato” non sarebbe stato sottoposto agli organismi di Aretusacque. Ma erano lì quando sono stati commissariati, lì anche quando si redigeva lo statuto di Aretusacque che affida la rappresentanza della società al socio privato.
«Assumere la guida della società idrica che opererà a Siracusa e nella sua provincia rappresenta per me una sfida importante e un autentico motivo di orgoglio – ha detto Cocozza - . Un territorio ricco di storia, cultura e risorse naturali, che merita un servizio idrico sempre più moderno ed efficiente, all’altezza delle aspettative dei cittadini. Il mio impegno – ha aggiunto– sarà orientato alla concretezza: porteremo un approccio basato su competenza, trasparenza e risultati misurabili. Le nostre priorità sono: contrastare in modo strutturale le dispersioni idriche, investire nella realizzazione e nel potenziamento di impianti di depurazione e reti fognarie, con l’obiettivo di garantire la tutela dell’ambiente e del mare, elementi fondamentali per l’identità e il futuro del territorio».