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«Precarietà non è inclusione»: perché Strasburgo ha condannato l’Italia sugli insegnanti di sostegno
Il Comitato europeo dei diritti sociali inchioda il sistema: troppi contratti a termine, formazione incompleta per molti docenti, diritti degli alunni disabili compromessi. Numeri, responsabilità e cosa può cambiare davvero
Un alunno con disabilità siede in prima fila; accanto, una sedia vuota: l’ennesimo cambio di docente è arrivato a metà trimestre. Il nuovo insegnante di sostegno arriverà «a giorni», spiegano in segreteria. È un fotogramma comune. E ora non è più solo la cronaca a dirlo: a fissarlo in una decisione è il Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa, che ha stabilito all’unanimità che l’Italia viola il diritto degli insegnanti di sostegno «a guadagnarsi la vita con un lavoro liberamente intrapreso», perché «un'elevata percentuale è assunta con contratti precari» e il 30% non ha potuto seguire la formazione necessaria per fare questo lavoro. E di conseguenza, proprio a causa della precarietà degli insegnanti, è violato anche il diritto degli alunni con disabilità a un'istruzione inclusiva. La decisione è maturata nell’ambito del ricorso presentato nel 2021 da ANIEF, Associazione nazionale insegnanti e formatori, e fotografa la situazione fino al 19 marzo 2025. E adesso Anief chiede la stabilizzazione di 100mila precari.
Di che decisione parliamo e perché è importante
Il parere arriva dal Comitato europeo dei diritti sociali (ECSR), l’organo che vigila sul rispetto della Carta sociale europea. Nel caso italiano, l’ECSR ha esaminato il ricorso di ANIEF e, dopo la fase di ammissibilità del 2022, ha adottato la decisione sul merito nel 2025. Per prassi, queste decisioni diventano pubbliche entro quattro mesi dalla trasmissione al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa o dopo l’adozione di una risoluzione/raccomandazione. È un meccanismo che non si limita a registrare violazioni, ma sollecita gli Stati a misure concrete per rimuoverle, tenendo accesa l’attenzione internazionale.
Cosa contesta Strasburgo all’Italia
Un uso elevato di contratti a tempo determinato tra i docenti di sostegno, che produce instabilità lavorativa e discontinuità educativa per gli studenti.
Una quota significativa di docenti senza formazione specialistica: circa il 30% non ha completato il percorso richiesto. Uno su tre cioè non ha una formazione adeguata.
Un impatto diretto sulla qualità dell’inclusione: il diritto all’istruzione degli alunni con disabilità risulta compromesso dalla combinazione di precarietà e formazione insufficiente.
I numeri: la crescita travolgente di alunni e cattedre di sostegno
Nel periodo che va dall’anno scolastico 2010/2011 al 2022/2023, gli alunni con disabilità sono aumentati del 243% (da circa 139mila a 338mila), mentre gli insegnanti di sostegno sono cresciuti del 248% (da 94.430 a 234.460). Dati che il Comitato attribuisce a fonti Istat e governative, a testimonianza di un impegno quantitativo importante. «Tuttavia - osserva il comitato - questo aumento degli insegnanti di sostegno è in gran parte dovuto a un forte incremento dei contratti a tempo determinato, passati dal 4,19% nel 2010/2011 al 46,18% nel 2023/2024».
In parallelo, il sistema attuale conta circa 359mila alunni con disabilità nel 2023/2024 (pari al 4,5% degli iscritti), con 246mila insegnanti di sostegno, di cui oltre 235mila nella scuola statale. Il dato più critico resta la discontinuità: più di un alunno su due (57%) ha cambiato docente di sostegno da un anno all’altro; l’11% dei docenti arriva in ritardo rispetto all’avvio delle lezioni. Sul versante della formazione, la quota di specializzati è cresciuta al 73%, ma resta un 27-30% senza titolo specifico, con punte del 38% al Nord.
La crescita è stata di 75mila negli ultimi cinque anni, pari a +26%, e continua anche nell’attuale avvio d’anno: le stime più recenti indicano circa 350mila–360mila studenti nelle scuole statali. È un incremento dovuto a molteplici fattori: evoluzione delle diagnosi, innalzamento dell’età dell’obbligo, maggiore consapevolezza delle famiglie, giurisprudenza che tutela i livelli essenziali. Ma più studenti certificati significa anche un fabbisogno di competenze più alto e diffuso in tutto il corpo docente.
Cosa ha risposto il governo al comitato europeo
Nella decisione il comitato europeo dei diritti sociali evidenzia che «il Governo riconosce che un gran numero di insegnanti di sostegno hanno un impiego precario», ma che da Roma si «sottolinea che il ricorso a contratti a tempo determinato nel settore dell'istruzione in generale, e nel campo del sostegno in particolare, è in parte inevitabile, data la difficoltà di prevedere in anticipo le esigenze specifiche a causa di numerose variabili quali il numero di alunni con disabilità e bisogni speciali che arrivano e lasciano la scuola, le richieste di trasferimento degli insegnanti, i congedi per malattia, i pensionamenti». Il governo, scrive il comitato, «respinge pertanto con forza l'argomentazione secondo cui vi sarebbe una discrepanza tra il numero di posti assegnati e le esigenze effettive».
I miglioramenti riconosciuti
Nelle sue conclusioni il comitato europeo dei diritti sociali indica che la situazione è migliorata sotto diversi profili, anche quello legislativo, da quando l'Anief ha presentato il ricorso nel 2021. Strasburgo evidenzia che i dati a sua disposizione «dimostrano un impegno significativo da parte del Governo nel soddisfare la richiesta di sostegno per un numero crescente di alunni con disabilità».
Strasburgo evidenzia anche di aver preso in conto che «per l'anno scolastico 2024/2025 è stata istituita una procedura di assunzione straordinaria per contribuire a ridurre la precarietà dell'occupazione degli insegnanti di sostegno», ma aggiunge che siccome «la nuova procedura non è stata ancora pienamente attuata non ha modo di valutarne l'impatto». Sul fronte della formazione il comitato afferma che «pur riconoscendo gli sforzi compiuti dal Governo per aumentare l'offerta formativa e semplificarne l'accesso, secondo i dati ufficiali dell'Istat del febbraio 2024, un insegnante di sostegno su tre non ha completato la specializzazione richiesta».
Ma il punto chiave resta: l’abuso strutturale della precarietà e la carenza di specializzazione non appaiono compatibili con gli obblighi assunti dall’Italia con la Carta sociale, specie quando l’effetto finale è la compromissione dell’inclusione.
Le mosse del Ministero: procedure straordinarie e i loro limiti
Negli ultimi anni il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha attivato e poi prorogato una procedura straordinaria di assunzione da GPS prima fascia sostegno (con la cosiddetta mini call veloce), per coprire i posti rimasti vacanti dopo le immissioni in ruolo ordinarie. Il DM 111/2024 ha regolato la misura per il biennio 2024/25–2025/26, in attuazione del DL 19/2024 collegato al PNRR; secondo gli aggiornamenti di prassi e le ricostruzioni della stampa specializzata, la procedura è stata poi oggetto di ulteriore proroga politica in corso di esame parlamentare. È un canale utile a “tamponare”, ma il Comitato ne sottolinea la parziale attuazione e l’impossibilità, per ora, di valutarne l’impatto strutturale sulla precarietà.
La formazione che non basta
Il cuore della professione di sostegno è la competenza specialistica: serve per progettare PEI efficaci, usare tecnologie assistive, lavorare in team con i docenti curricolari, costruire continuità nel percorso. Eppure, tra il 27% e il 30% dei docenti di sostegno non ha la specializzazione richiesta. Un dato ribadito da ISTAT nel 2024 e nel 2025, che mette in luce forti differenze territoriali e di ordine di scuola (infanzia e primaria più scoperte). Non solo: solo nel 23% delle scuole tutti i docenti di sostegno hanno seguito un corso sulle tecnologie educative, e appena nel 7% dei casi tutti i docenti curricolari producono materiale realmente accessibile.
Le richieste dell'Associazione nazionale insegnanti e formatori
«Se vogliamo migliorare le condizioni a scuola dei giovani con disabilità bisogna assumere in ruolo almeno 100mila insegnanti di sostegno chiamati su posti in deroga pluriennali», fa i conti Marcello Pacifico, presidente nazionale dell'Associazione nazionale insegnanti e formatori, sindacato tra i maggiormente rappresentativi della scuola.
«È un risultato che ci inorgoglisce - continua Pacifico - perché rappresenta una risposta fondamentale per vincere, dopo anni di ricorsi e denunce anche all'Unione europea, la nostra battaglia contro l'abuso dei contratti a termine sui posti in deroga, per aumentare il numero di docenti specializzati rispetto all'errato numero programmato degli atenei, per assegnare tutte le ore di sostegno».
L'ufficio legale Anief conta oltre 100mila cattedre senza titolare, quindi a tutti gli effetti vacanti, ma destinate ogni anno dall'amministrazione a supplenza fino al 30 giugno. «Si tratta, peraltro, di numeri in continua crescita - dice il presidente dell'Anief - poiché i dati di alunni con disabilità certificata risultano in continuo aumento di oltre 10mila l'anno, tanto da passare tra il 2021 e il 2024 da circa 316mila a 359mila».
In questo contesto, la risposta del Comitato europeo dei diritti sociali assume un peso importante. Il sindacato ha calcolato che nell'ultimo anno sono stati autorizzati poco meno di 2mila posti in più in organico di diritto, rispetto alla metà dei posti effettivamente utilizzati (120mila) per garantire il diritto allo studio, mentre per la prima volta 50mila supplenti sono stati confermati dalle famiglie. «Il Comitato ha confermato ciò che sosteniamo da tempo nelle aule dei tribunali: l'Italia viola la Carta sociale dell'Unione europea sul diritto allo studio degli alunni con disabilità, coprendo le cattedre vacanti per l'ordinario funzionamento, in modo reiterato, con contratti a tempo determinato - conclude Pacifico - Adesso il Parlamento stabilizzi il personale sui posti in deroga assegnati da diversi anni alle scuole e vada avanti per ottenere la continuità didattica»
La risposta del ministro Valditara
«Tengo a sottolineare che lo stesso Consiglio conferma che la situazione in Italia è migliorata sotto diversi profili - replica il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara - anche quello legislativo, rispetto a quando l'Anief ha presentato il ricorso nel 2021. Il Consiglio d'Europa ha riconosciuto, infatti, un impegno significativo da parte di questo Governo nel soddisfare la richiesta di sostegno per un numero crescente di alunni con disabilità».
«Pur nel quadro di complessità del sistema - continua - caratterizzato dalla impossibilità di prevedere annualmente il contingente corrispondente all'effettivo numero di studenti con disabilità, viene in particolare riconosciuto a questo Governo di aver istituito una procedura di assunzione straordinaria per ridurre la precarietà tra gli insegnanti di sostegno e di avere concretamente incrementato l'offerta formativa per la specializzazione sul sostegno. Il comitato dà inoltre atto al Governo delle recenti misure sulla conferma del docente supplente di sostegno e sui nuovi percorsi di specializzazione dell'Indire: misure che ho fortemente voluto per dare risposte concrete ai giovani e alle loro famiglie. Tutto questo dimostra che, rispetto al 2021, anno di presentazione del ricorso, il quadro è in netto miglioramento nonostante la situazione di grave inadeguatezza strutturale che abbiamo ereditato».