Il caso
Dialoghi e immagini a sfondo sessuale via web con una tredicenne, denunciati due siciliani
L'indagine della Sezione operativa per la sicurezza cibernetica di Mantova ha portato all'identificazione di cinque uomini in varie parti d'Italia
L’avevano vista scostante, a tratti assente, spesso rinchiusa nella sua stanza a smanettare con lo smartphone come se fuori niente la interessasse. Un comportamento che, a 13 anni, non può non preoccupare i genitori soprattutto perché non era il suo, solitamente solare e scanzonato. Una situazione che li ha indotti a tenere gli occhi bene aperti sui comportamenti della figlia. E in breve tempo si sono accorti di quanto le stava succedendo. Era finita in una rete di adulti che, attraverso una piattaforma digitale, l'avevano adescata, costringendola ad inviare loro foto e video sessualmente esplicite. Non appena padre e madre ne hanno avuto la certezza, è partita la denuncia alla Polizia postale di Mantova, città dove la famiglia risiede e, in breve, cinque adulti sono stati individuati e denunciati a piede libero per produzione di materiale pedopornografico e adescamento di minori. Si tratta di persone residenti a Vercelli, Bologna, Bari e due in Sicilia che nei loro dispositivi custodivano materiale che è stato sequestrato per i successivi approfondimenti.
I genitori hanno avuto la certezza del brutto giro in cui era finita la figlia quando hanno notato la ragazzina intenta a scattarsi fotografie allo specchio e scoperto che sul telefono aveva alcune chat protette da password. Il loro intervento è stato decisivo per proteggere la minorenne, quello che la Polizia di Stato raccomanda di fare ai genitori che si accorgono di comportamenti anomali o di situazioni di potenziale pericolo che coinvolgono i ragazzi. «La prevenzione e la collaborazione dei cittadini sono fondamentali per la tutela dei più giovani» ha ricordato in una nota la Questura di Mantova.
L’indagine, condotta dalla Sezione operativa per la sicurezza cibernetica di Mantova, è partita subito dopo la segnalazione dei genitori. L’attività degli specialisti della Polizia postale ha fatto emergere l’esistenza di diverse conversazioni su piattaforme di messaggistica istantanea con adulti. Il sequestro dello smartphone della 13enne e la successiva attività di analisi dei contenuti ha consentito di individuare un ingente numero di foto e video intimi della minorenne inviati a quelle piattaforme. L’approfondimento investigativo ha portato all’identificazione delle persone con le quali la 13enne intratteneva dialoghi a sfondo sessuale e condivideva foto e video sessualmente espliciti. Le perquisizioni a casa dei cinque indagati da parte degli agenti del centro operativo per la sicurezza cibernetica della Lombardia e delle sezioni operative dei vari territori interessati, coordinati dal Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online del Servizio di polizia postale per la sicurezza cibernetica, hanno portato al sequestro di diverso materiale che gli investigatori ritengono interessante