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La sentenza del tribunale

Il processo a Catania sul crac dell’ex colosso Sigenco: arrivano tre condanne e quattro assoluzioni

Pena di 3 anni e 4 mesi agli eredi di Campione, scomparso dieci anni fa

Laura Distefano

24 Dicembre 2025, 05:59

Il processo a Catania sul crac dell’ex colosso Sigenco arrivano tre condanne e quattro assoluzioni

Un dibattimento lungo che si è concluso con tre condanne e quattro assoluzioni. Il processo è quello scaturito dalle indagini della Guardia di Finanza sulla bancarotta dell’ex colosso Sigenco, fallito nel 2013. Una società che fu fondata da Santo Campione, deceduto dieci anni fa. L’inchiesta portò anche a un sequestro di beni che all’epoca fu stimato dagli investigatori in 3 milioni di euro.

Il presidente della Prima sezione penale del Tribunale di Catania, Riccardo Pivetti, ha letto le due pagine del dispositivo della sentenza. I giudici hanno condannato, riconoscendo le circostanze attenuanti generiche prevalenti rispetto alle aggravanti, Pietro Campione (figlio dell’imprenditore scomparso) e Rosaria Arena (vedova di Campione) a 3 anni e 4 mesi. I due inoltre sono stati interdetti dai pubblici uffici per cinque anni, sono stati inabilitati all’esercizio di un’impresa commerciale e all’incapacità ad esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa per la stessa durata della pena. Per i due, va ricordato, i pm Alessandro Sorrentino e Fabio Regolo avevano chiesto l’assoluzione.

Il Tribunale, inoltre, ha condannato Raffaele Partescano a 2 anni e 4 mesi, all’interdizione temporanea dei pubblici uffici, all’inabilitazione a fare impresa. Per l’accusa - che aveva sollecitato la condanna - l’imputato «in qualità di amministratore della Fortuna srl» avrebbe «distratto 2 milioni di euro». Campione, Arena e Partescano sono stati condannati a rifondere la parte civile costituita (la curatela della Sigengo rappresentata dall’avvocato Mario Di Giorgio) dalle spese processuali. Inoltre i tre condannati dovranno risarcire il danno alla parte civile, per la cui determinazione il Tribunale ha rinviato al competente giudice civile. Le difese sicuramente dopo la lettura delle motivazioni presenteranno ricorso in Appello.

Il Tribunale, infine, ha assolto Piazza Carmelo, Giuseppe Pintagro Gallarizzo (entrambi componenti del Cda), Sofia Rizzo e Francesco Torre (collegio sindacale). Va evidenziato che Arena è stata assolta da un capo d’imputazione con la formula perché il fatto non costituisce reato. Soddisfatto l’avvocato Dario Riccioli, difensore di Piazza, per l’assoluzione del suo assistito.

Il collegio ha inoltre disposto la confisca, delegata alla Guardia di Finanza, dei beni oggetto di sequestro preventivo che riguardano diversi immobili ubicati fra Catania (intestati alla Fortuna srl) e Sant’Agata Li Battiati.