Comune
Tasse da aumentare entro fine anno o risanamento a rischio, Palazzo delle Aquile tratta con Roma
Entro il 31 dicembre la decisione sull’incremento dell’addizionale Irpef (+3,47%) e sulla tassa di imbarco (1,30 euro), "balla" la quota annuale dei 180 milioni di euro del patto con il governo che non ha ancora risposto alla giunta Lagalla: negoziati in stallo
Imposte più salate per i cittadini, decisione amara ma urgente, da prendere entro il 31 dicembre. Nemmeno il tempo di tirare il fiato per la fresca approvazione della delibera sulle nuove tratte del tram, e sul consiglio comunale piove un altro macigno, assieme a tutte le altre delibere urgentissime da esitare entro fine anno. Cinque giorni, se si tolgono le festività appena entrate nel vivo. E ancora niente atto di indirizzo politico da parte del sindaco Roberto Lagalla e della giunta, per una mossa certamente impopolare, eppure tassativamente richiesta dall’Accordo Stato-Comune, tra le condizioni per l’elargizione dei 180 milioni di euro che hanno fatto ripartire la città nell’ora più buia del disavanzo funzionale. Fondi formalmente a rischio, naturalmente pro quota annuale del piano decennale, in caso di inottemperanza dei “diktat” formulati dal governo nazionale con la stipula del 30 gennaio 2023. L’amministrazione replica manifestando la sostanziale intenzione di non toccare nulla, lasciando inalterato il carico tributario armonizzando Accordo Stato-Regione e Piano di riequilibrio. Ma no sarà facile: i negoziati con Roma sono stati avviati, spiegano dall’amministrazione, finora senza conforto formale. Dunque - corollario inevitabile - è a dir poco remota l’ipotesi che il consiglio si risolva all’aumento entro fine anno. Andrebbero aumentati l’addizionale Irpef e anche l’importo della tassa di imbarco. Un po’ per la giacca, un po’ per le orecchie, la concisa tirata del ragioniere generale Paolo Bohuslav Basile rammenta, il 18 dicembre, l’obbligo con una e-mail al sindaco, all’assessore comunale al Bilancio Brigida Alaimo, al capo di gabinetto Sergio Pollicita, al presidente del consiglio comunale Giulio Tantillo, al direttore generale Eugenio Ceglia, al collegio dei revisori, al segretario generale Raimondo Liotta. “In occasione del monitoraggio per l’anno 2023 - scrive Basile - il Ministero dell’Interno ha evidenziato disallineamenti per le aliquote dell’addizionale Irpef e per gli importi dell’addizionale comunale per i diritti di imbarco inseriti nell’Accordo Stato-Comune rispetto a quelli deliberati dal Comune nel Piano di riequilibrio funzionale pluriennale”. Basile aggiunge di aver “prontamente predisposto tutti gli atti necessari per attivare la facoltà del Comune” di rimodulare aliquote e importi, peraltro “già autorizzata dalla giunta il 14 febbraio 2025”. Basile “si vede costretto dunque a rappresentare senza ulteriore indugio dare seguito all’incremento dell’addizionale Irpef attraverso l’approvazione da parte del consiglio comunale di un atto modificativo dell’aliquota di un ulteriore 3,47 per cento”. Infine, “occorrerà, dall’esercizio 2026 al 2031, incrementare l’addizionale dei diritti di imbarco, portandola a 1,30 euro”.
Nei fatti, invece e assai probabilmente, occorrerà confermare sia l’aliquota Irpef che l’importo della tassa di imbarco precedentemente adottati, poiché, sottolineano da Palazzo delle Aquile, “su proposta dell’amministrazione attiva, il consiglio comunale ha approvato nel 2025 una specifica deliberazione che definisce le modifiche da apportare all’Accordo stipulato con lo Stato. Si tratta, in particolare, dell’allineamento dell’aliquota Irpef per il 2026 al Piano di Riequilibrio, nell’ambito del quale la detta aliquota è più bassa. Alla data odierna, però, il pur avviato rapporto con i ministeri dell’Economia e dell’Interno per il riallineamento dell’addizionale Irpef e relativo iter istruttorio non si è ancora concluso e certamente non lo sarà entro il prossimo 31 dicembre. L’amministrazione comunale, pertanto, dovrà approvare provvedimento relativo all’Irpef 2026 negli attuali termini previsti nell’Accordo con lo Stato, ma con riserva di modificarlo entro il 28 febbraio 2026 quando interverrà l’assenso del Ministero dell’Economia”. Insomma, si tratta e si spera, aspettando l’ok di Roma.