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il report

Sindaci sotto tiro: minacce, insulti e violenza contro chi governa i territori

Dal 2013 al 2024 oltre 7.800 atti intimidatori contro amministratori locali. Nel 2024 l’escalation: +13,9% in un anno. Social network, vandalismi e pressioni criminali colpiscono soprattutto i sindaci, sempre più soli in prima linea

Redazione La Sicilia

26 Dicembre 2025, 07:40

07:42

Comuni: sindaco con fascia tricolore

Dal 2013 al 2024 sono stati 7.805 gli atti intimidatori subiti da amministratori locali in tutta Italia. Un numero che restituisce la misura di un fenomeno allarmante: quasi due sindaci, consiglieri o assessori al giorno sono stati bersaglio di minacce, scritte offensive, post violenti sui social o veri e propri atti vandalici.
A certificarlo è il report della Direzione centrale della Polizia Criminale, che fotografa una pressione costante e crescente sulle istituzioni di prossimità, colpite per motivi di matrice privata, politica o sociale.

Il 2024 segna un nuovo aumento

Nel solo 2024 gli episodi registrati sono stati 630, con un incremento del 13,9% rispetto ai 553 casi del 2023. Un dato che conferma come la spirale delle intimidazioni non accenni a fermarsi, nonostante l’attenzione crescente sul tema.
In testa alla classifica delle regioni più colpite si colloca la Puglia, con 85 episodi nel 2024 contro i 54 dell’anno precedente, seguita da Lombardia (74 nel 2024, 59 nel 2023) e Calabria (57 nel 2024, 54 nel 2023).

Decaro: “I sindaci sempre più soli”

«Il ruolo del sindaco, e più in generale dell’amministratore locale, è sempre più esposto a una solitudine allarmante». Così commenta all’Adnkronos Antonio Decaro, eurodeputato e presidente eletto della Regione Puglia.
«È in questa condizione – spiega – che si insinuano le minacce e la violenza di chi pensa di poter sottomettere le istituzioni locali all’illegalità».
Decaro sottolinea come l’aumento delle intimidazioni vada di pari passo con la crescita di amministratori che denunciano e resistono, colpendo gli interessi criminali. «Sono stato sindaco per dieci anni e vivo sotto scorta da nove – ricorda – ma non cambierei nulla di ciò che ho fatto».

Il rischio di un vuoto democratico

L’appello è chiaro: rafforzare il sistema di tutele, soprattutto nei Comuni più piccoli, dove i sindaci rappresentano il primo e spesso unico presidio istituzionale.
«Se non proteggiamo i nostri amministratori – avverte Decaro – il rischio non è solo continuare ad alimentare queste drammatiche classifiche, ma che non ci sia più nessuno disposto a ricoprire questi ruoli». Un monito che richiama le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha definito i sindaci «il terminale più esposto della Repubblica italiana».

Le minacce quotidiane raccontate dai sindaci

Tra le testimonianze più dure c’è quella di Simona Scarcella, sindaco di Gioia Tauro. «In diciotto mesi ho ricevuto qualsiasi tipo di minaccia e oltraggio», racconta. Insulti sessisti, auguri di morte, intimidazioni sui social e persino un’aggressione negli uffici comunali.
«Ho presentato 16 denunce – spiega – e una persona è stata condannata per oltraggio». Nonostante tutto, Scarcella ribadisce la sua scelta: «Mi ricandiderei ancora. Le minacce si affrontano con il coraggio della denuncia».

Cultura e legalità come risposta

Per il sindaco di Gioia Tauro la risposta non può essere solo repressiva, ma anche culturale. «È necessario un cambiamento che parta dai giovani – afferma – e dalla capacità di fissare limiti invalicabili».
L’obiettivo è spezzare la sfiducia verso le istituzioni, restituendo dignità al territorio. «Abbiamo candidato Gioia Tauro a Capitale della Cultura 2028. Il nome della città non deve essere legato solo alla ’ndrangheta, ma alla sua storia millenaria e al suo ruolo strategico in Europa».

Province e territori più esposti

A livello provinciale, le aree più colpite nel 2024 risultano Lecce (36 episodi), Cosenza (34), Torino (33) e Napoli, che registra però un calo (27 casi contro i 37 del 2023).
Il 24% degli atti intimidatori è riconducibile a matrice privata, il 12% a tensioni politiche e l’11,1% a tensioni sociali. Le principali vittime restano i sindaci, figure di front-office tra istituzioni e cittadini.

Social network: il nuovo fronte delle intimidazioni

Il modus operandi più diffuso nel 2024 è la pubblicazione di contenuti ingiuriosi o minacciosi sul web: 156 episodi, in aumento del 19,1% rispetto all’anno precedente.
Facebook si conferma la piattaforma più utilizzata, con 82 segnalazioni, segnando un incremento del 18,8%. Crescono anche gli atti contro amministratori regionali, seppur limitati a 15 casi, spesso legati a tensioni socio-politiche e scritte sui muri.

I numeri delle matrici criminali

Dei 630 atti intimidatori del 2024, 151 sono di matrice privata, 78 politica, 70 sociale, 60 riconducibili alla criminalità comune e 1 alla criminalità organizzata. Per oltre il 42% dei casi la matrice non è ancora stata individuata.
Le vittime sono in prevalenza sindaci (55,6%), seguiti da consiglieri comunali (19%) e componenti delle giunte (16,8%), confermando un trend ormai strutturale.

Campania e Sicilia: dati in calo ma clima teso

Restano tra le regioni più colpite anche Campania e Sicilia, seppur con numeri in diminuzione. Proprio dalla Sicilia arriva la testimonianza di Maria Terranova, sindaco di Termini Imerese, recentemente bersaglio di pesanti minacce via social.
«Mi hanno detto che sono il settimo sindaco più minacciato d’Italia, ma io non mollo», afferma. Le intimidazioni sarebbero legate alle operazioni di ripristino della legalità, dagli sgomberi delle occupazioni abusive alla lotta all’illegalità diffusa.

“Non ho paura, ma ho sentito solitudine istituzionale”

Terranova racconta di minacce di morte, diffamazioni a sfondo sessuale e di una vita scandita da misure di vigilanza. «Mi dispiace solo – conclude – aver avvertito una solitudine istituzionale a tratti disarmante. Le battaglie per la legalità sono battaglie di civiltà e non possono avere colori politici».