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Sicilia, amministratori nel mirino: tra minacce social e aggressioni reali
Dai casi di Palermo e Catania, con Ferrandelli e Trantino nel mirino, alle intimidazioni denunciate dal sindaco di Canicattì Corbo e all’episodio che ha coinvolto Raffadali
La Sicilia si conferma una delle regioni italiane più esposte al fenomeno degli atti intimidatori contro amministratori locali. Secondo il report nazionale della Direzione Centrale della Polizia Criminale, nel 2024 l’isola ha registrato 68 casi, segnando un aumento del 30,8% rispetto al 2023 e posizionandosi al secondo posto tra le regioni con il maggior incremento di intimidazioni.
Catania: il sindaco Trantino e le minacce sui social
A Catania, il sindaco Enrico Trantino è finito al centro di un episodio che ha fatto il giro dei social network: un video pubblicato su TikTok in cui un cittadino lo ha insultato e minacciato pesantemente, pronunciando frasi come «ti apro la testa con colpi di casco» in risposta alle ganasce applicate alle auto parcheggiate irregolarmente davanti al Policlinico universitario.
Il video, condiviso da centinaia di utenti, ha spinto Trantino ad annunciare una querela alla polizia postale e ha suscitato preoccupazione per il rischio di emulazione e per l’impatto sui familiari del sindaco.
Questo episodio si inserisce in un quadro più ampio di critiche e ostilità collettive che spesso emergono quando decisioni amministrative – come il contrasto alla sosta selvaggia o all’abusivismo – incontrano forte opposizione dell’opinione pubblica.
Palermo: solidarietà per Ferrandelli dopo un’aggressione
Parallelamente, l’assessore comunale di Palermo, Fabrizio Ferrandelli, è stato oggetto di una vile aggressione fisica, definita così da ANCI Sicilia. L’episodio ha provocato la reazione dell’associazione dei comuni siciliani, che ha espresso solidarietà sia per Ferrandelli sia per Trantino, denunciando come «crescano gli episodi di ostilità e aggressione verso sindaci e amministratori locali».
ANCI Sicilia ha sottolineato che queste intimidazioni — verbali e fisiche — rischiano di indebolire il funzionamento delle istituzioni democratiche locali e ha richiamato l’attenzione sulla necessità di rafforzare sia la cultura del rispetto che le piante organiche delle polizie locali, spesso insufficienti.
Canicattì: lettere anonime di insulti e minacce al sindaco Corbo
A Canicattì, in provincia di Agrigento, il sindaco Vincenzo Corbo ha ricevuto in passato una lettera anonima con insulti e minacce, in cui veniva criticata la gestione della città e si chiedevano le sue dimissioni. La missiva, contenente anche frasi di minaccia di morte e dure accuse sulle condizioni del territorio, è stata consegnata dai funzionari comunali e ha portato il sindaco a presentare denuncia ai carabinieri.
Corbo, rieletto sindaco nel 2021, ha reagito alla intimidazione ribadendo il proprio impegno e il supporto delle forze dell’ordine, sottolineando che tali atti non avrebbero fermato il suo lavoro al servizio della comunità.
Negli ultimi mesi, su questo fronte, a Canicattì è stata anche intensificata la vigilanza da parte del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, per garantire maggiore protezione agli amministratori e all’intera comunità locale.
Raffadali: furto in casa del sindaco Cuffaro, motivazioni escluse politiche
Un episodio diverso ma comunque significativo ha riguardato il sindaco di Raffadali, Silvio Cuffaro. Nel novembre 2025 la sua abitazione è stata visitata da ignoti ladri mentre erano in corso lavori di ristrutturazione. Gli autori del furto hanno portato via oggetti di valore, tra cui ceramiche e servizi di cristallo.
Le forze dell’ordine, dopo i rilievi della scientifica e la denuncia sporta dal primo cittadino, hanno espresso esclusione di motivazioni politiche nel furto, ritenendo che si sia trattato di un crimine con finalità di lucro e non un atto intimidatorio legato alle funzioni amministrative.
Un fenomeno in crescita con numeri allarmanti
Questi casi siciliani si inseriscono in un più vasto fenomeno nazionale. Secondo i dati più recenti, nel 2024 gli atti intimidatori verso amministratori locali in tutta Italia sono aumentati del 13,9% rispetto al 2023, con un totale di 630 episodi registrati in un anno.
In Sicilia, il 68 casi censiti rappresentano non solo un incremento significativo, ma anche un segnale di quanto sia pressante la tensione sociale e politica nel rapporto tra cittadini e istituzioni locali. La maggior parte di questi episodi sono legati a contesti di tensioni politiche, critiche amministrative e rabbia accumulata sui social network, dove insulti e intimidazioni hanno trovato terreno fertile.
Le reazioni istituzionali e le richieste di tutela
Le organizzazioni come ANCI Sicilia e molti amministratori colpiti chiedono risposte concrete: potenziamento delle tutele per Sindaci e amministratori, rafforzamento delle forze locali di polizia, campagne educative contro l’odio e strumenti di prevenzione e contrasto delle intimidazioni online e offline.
Questi casi evidenziano una crisi di dialogo civico e una fragilità delle istituzioni di prossimità, che rischiano di scoraggiare l’impegno democratico nei territori se non verranno messe in atto misure efficaci di protezione e di rafforzamento della fiducia tra cittadini e amministratori.