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Vigilia a un filo: salvata a Milano un'85enne aggrappata al davanzale

Una chiamata al 112, una corsa di pochi minuti e un balcone trasformato in confine: la storia di un salvataggio che interroga Milano e il nostro modo di prenderci cura degli anziani

Redazione La Sicilia

26 Dicembre 2025, 13:15

Vigilia a un filo: salvata a Milano un'85enne aggrappata al davanzale

Nel pomeriggio del 24 dicembre 2025, in una palazzina di via della Sila, a Milano, il silenzio prima della festa è stato rotto da un grido. Un’85enne era rimasta aggrappata al davanzale del suo appartamento al sesto piano, una presa disperata tra il gelo e l’eco di una città che corre verso la notte più luminosa dell’anno. In pochi istanti, qualcuno ha composto il 112. Poi il rumore di passi sulle scale, il fiato corto, la maniglia che gira e, alla fine, quelle mani che trattengono un corpo e lo riportano dentro, dalla parte della vita. Secondo la ricostruzione fornita dai Carabinieri, l’intervento è stato rapido e decisivo: la donna, dopo essere stata messa in sicurezza, è stata affidata ai sanitari e trasportata in codice verde al Niguarda per osservazione. Il movente ipotizzato è una solitudine divenuta insostenibile alla Vigilia di Natale.

Una corsa contro il tempo

Il primo allarme parte nel primo pomeriggio: in pochi minuti la pattuglia del Nucleo Radiomobile raggiunge lo stabile di via della Sila. Gli operatori salgono ai piani alti, entrano nell’appartamento, intercettano la donna e la trattengono prima che ceda la presa. L’azione, riferiscono i militari, è coordinata: mettere in sicurezza la persona, allontanarla dal margine, affidarla ai sanitari. La diagnosi d’ingresso in ospedale è di osservazione, con codice verde, dunque senza condizioni immediatamente critiche.

Le immagini diffuse a corredo della notizia e rilanciate dalla stampa locale mostrano i momenti concitati dell’intervento: scale interne, un corridoio, l’affaccio sul vuoto e l’aggancio finale che fa la differenza. Dettagli che confermano la dinamica e l’impatto emotivo di un salvataggio che avrebbe potuto concludersi in modo diverso.

Il peso di una parola: “solitudine”

Dai primi accertamenti dei Carabinieri emerge una valutazione prudente: la donna avrebbe vissuto una condizione di profonda solitudine, acuita dall’avvicinarsi delle festività, un periodo in cui le routine saltano e i vuoti si amplificano. È bene ricordarlo: si tratta di una ricostruzione iniziale, che fotografa un contesto, non una sentenza sulle cause intime del gesto.

Se allarghiamo lo sguardo, i numeri raccontano una città – e un Paese – che invecchia e si scopre sempre più fatto di vite sole. A Milano gli over 65 sono circa il 20% della popolazione residente, con un’età media in crescita; le politiche sociali comunali hanno messo in agenda il tema come priorità del triennio 2025‑2027. In Italia, secondo Istat, quasi la metà delle donne con 75 anni e più vive da sola; tra gli uomini la quota è attorno a un quinto. Tendenze strutturali, che spiegano perché storie come quella di via della Sila non siano incidenti isolati, ma segnali di un equilibrio sociale da manutenere ogni giorno.

Il 112, la catena che funziona

In Lombardia, la chiamata di emergenza passa dal Numero Unico Europeo 112 (NUE 112): un sistema che filtra, geolocalizza e smista in pochi secondi le richieste ai soggetti competenti – Carabinieri, Polizia di Stato, Vigili del Fuoco, soccorso sanitario. La giornata del 112 Day lo ricorda ogni anno: milioni di chiamate gestite, tempi di risposta misurati in secondi, un’infrastruttura che regge picchi e intoppi. Nel 2024 le centrali lombarde hanno ricevuto quasi 5 milioni di chiamate; a Milano, la CUR è attiva dal 2013 e serve un bacino di oltre 3,2 milioni di residenti, più pendolari e turisti. I numeri raccontano un servizio non perfetto, ma vitale: al bisogno, c’è. E quando la chiamata è “quella giusta”, come alla Vigilia, può salvare una vita.