27 dicembre 2025 - Aggiornato alle 00:08
×

Il caso

Giarre: l’ing. Pina Leonardi vince pure in appello, sarà reintegrata dal Comune

Strenna natalizia amara per l’Amministrazione Cantarella: il Tribunale del Lavoro di Catania reintegra l’ing. Pina Leonardi per vizi procedurali nel collocamento a riposo (mancato esame congiunto sindacale e firma non competente), costi che complicano la ripresa finanziaria dopo il dissesto

Mario Previtera

26 Dicembre 2025, 22:40

Giarre: l’ing. Pina Leonardi vince pure in appello,  sarà reintegrata dal Comune

Una strenna natalizia amara per l’Amministrazione Cantarella. Il Tribunale del Lavoro di Catania, anche in appello, con propria sentenza, ha decretato la reintegrazione dell’ing. Pina Leonardi, alla guida dell’Area tecnica del Comune di Giarre.

La dirigente comunale si era opposta contro il suo anticipato collocamento a riposo a far data dall’1 agosto 2023. Già con sentenza di primo grado era stata imposta al Comune di Giarre la riassunzione della Leonardi. Ma l’Ente comunale ha invece presentato appello, proseguendo la battaglia legale contro la funzionaria per lunghi anni al vertice dell’Ufficio tecnico di via Principessa Jolanda. Tra le ragioni evidenziate dai legali della Leonardi, l’illegittimità del recesso unilaterale, avvenuta con una lettera di preavviso di collocamento in quiescenza adottata in carenza di potere, poiché sottoscritta dal dirigente dell’Area di staff e non dal sindaco.

Il Tribunale accogliendo pienamente le censure formulate dai legali della ricorrente Leonardi, ancora una volta ha ritenuto che il Comune non ha fornito adeguata motivazione delle ragioni e dei concreti criteri sottesi alla risoluzione del rapporto nei confronti della Leonardi, né con il preavviso di collocamento a riposo e neanche con l’atto di indirizzo a monte di cui alla deliberazione di Giunta del 19 gennaio 2023. Il collocamento in quiescenza sarebbe stato illegittimo per difetto dell’esame congiunto sindacale richiesto dall’art. 33 del D.Lgs. 165/2001, mentre la motivazione del provvedimento sarebbe solo apparente, poiché priva della indicazione delle esigenze organizzative e dei criteri di scelta per il collocamento anticipato a riposo della dipendente.

A questo punto, una volta notificata la sentenza, l’Amministrazione dovrà ottemperare. I costi di questa reintegrazione, comprensivi delle spese legali, minano il percorso finanziario dell’ente comunale, in una fase delicata e complessa, in cui tenta la ripartenza dopo i 5 difficili anni di dissesto economico.