27 dicembre 2025 - Aggiornato alle 00:08
×

Catania, litiga col cacciatore che gli spara: altro che funghi, «va risarcito»

Un “regalo di Natale” alla vittima, rimasta invalida, e ai familiari: 380mila euro

Laura Distefano

27 Dicembre 2025, 00:08

00:11

Catania, litiga col cacciatore che gli spara: altro che funghi, «va risarcito»

Non è Capodanno a Belpasso. Ma solo il 31 ottobre 2019. Eppure Giuseppe, avvolto dal calore delle coperte, è svegliato all’alba dai botti. In realtà i rumori sono di spari di fucile. Il risveglio movimentato fa montare su tutte le furie il trentasettenne che si mette la vestaglia e decide di uscire fuori dalla villetta, scelta appositamente in un luogo isolato per poter vivere in tranquillità. Appena fuori nota un anziano aggirarsi vicino alla sua abitazione di campagna imbracciando un fucile. Giuseppe insulta il cacciatore: «Ma lei è totalmente folle, ma si rende conto che qui ci sono persone? La smetta subito, anzi mi dia immediatamente quell’arma». Dal canto suo, l’anziano si difende: «Ma io non ho sparato, sto cercando funghi». Quello che accade di preciso non è chiaro, forse c’è una colluttazione. Al di là della dinamica rimasta con qualche lacuna, la certezza è che partono delle fucilate che colpiscono il 37enne all’addome. Nonostante le ferite, Giuseppe si mette in macchina e arriva alla stazione dei carabinieri: lì pero sviene davanti ai militari. L’uomo vive un lungo calvario fra operazioni e lunghe degenze: rischia la vita, ma i sanitari lo salvano. Rimane però invalido per oltre il 30%.

Il cacciatore è condannato dalla Corte d’Appello per lesioni colpose. Nel 2023 il verdetto ribalta la sentenza del gup per tentato omicidio. Il dubbio sulla dinamica («Non è dato sapere, con certezza, chi dei due protagonisti della vicenda abbia assunto l’iniziativa di avvicinarsi all’altro») è cruciale nella decisione del processo penale, ma non inficia sulle costituzioni di parte civile. Per il risarcimento del danno la Corte d’Appello di Catania - confermando le provvisionali determinate dal gup per il danno materiale e morale - rinvia la palla ai colleghi del Tribunale civile. Giuseppe e i familiari si affidano agli avvocati di “Giustizia srl”, Giorgio Seminara, Carla Giarratana e Salvatore Di Nora, che citano in giudizio il cacciatore e anche la compagnia assicurativa. L’anziano e l’assicuratore si difendono puntando il dito contro Giuseppe, colpevole «di aver protestato e di essersi troppo avvicinato al cacciatore». L’assicurazione ritiene inoltre l’evento estraneo all’attività venatoria. Gli avvocati dello studio Seminara però ritengono che «l’attività di caccia comprenda non solo l’effettiva cattura della selvaggina, ma anche ogni attività prodromica e preliminare, nonché ogni atto che rende evidente la finalità di esercitare la caccia». La sentenza arriva sotto l’albero di Natale: per il Tribunale civile di Catania la vittima e i parenti vanno risarciti. Il cacciatore e il suo assicuratore devono sborsare 290.000 euro per Giuseppe, 30.000 per ciascun genitore e 15.000 per ogni fratello. «Pur in presenza delle dibattute incertezze sulla concreta dinamica, sulla distanza tra i soggetti coinvolti, sulla traiettoria del colpo, ai fini dell’affermazione della responsabilità civilistica, fondata sul noto principio del “più probabile che non”, può dirsi assodato il nucleo centrale del fatto, costituito dall’esplosione, da parte del cacciatore, del colpo di fucile nel corso di battuta di caccia, che ha causato le gravi lesioni patite dalla vittima documentalmente provate dalle copiose certificazioni sanitarie in atti».