Augusta
Il ritrovamento di sette scheletri (forse del 1693) blocca il cantiere della Villa comunale
Il ritrovamento di resti umani durante i lavori per una condotta del gas, potrebbe trattarsi di vittime del terremoto
Il ritrovamento di sette scheletri umani durante i lavori di scavo nella villa comunale di Augusta sarebbe alla base del blocco del cantiere da oltre due mesi. A sollevare il caso è Concetto Cacciaguerra, candidato sindaco della lista «Coraggio e Libertà», che chiede all’Amministrazione comunale maggiore trasparenza sulle reali motivazioni dell’interruzione degli interventi.
Secondo quanto riferito, durante gli scavi sarebbero emerse tombe contenenti resti umani. Una parte degli scheletri sarebbe stata rimossa alla presenza di testimoni, mentre il cantiere, nonostante ciò, è rimasto aperto e in parte incompleto.
«Come mai – si chiede Cacciaguerra – l’Amministrazione non chiarisce che i lavori sono fermi proprio per questo motivo?». L’ipotesi è che i resti possano risalire al terremoto del 1693, anche in considerazione del fatto che nell’area interessata dagli scavi sorgevano antiche chiese.
Un contesto storico delicato che, secondo il candidato sindaco, imporrebbe maggiore attenzione, soprattutto perché il cantiere si trova in prossimità della villa comunale e di un parco giochi frequentato quotidianamente da bambini e famiglie. «Augusta è un cantiere aperto, va bene – aggiunge – ma quando i lavori si interrompono in una zona così sensibile servono chiarezza e messa in sicurezza».
La questione dei lavori fermi era stata sollevata nei giorni scorsi anche da Mimmo Di Franco, presidente dell’associazione filantropica Umberto I.
Gli interventi, avviati circa due mesi fa per la posa o la sostituzione di una condotta del gas, hanno interessato la parte occidentale dei giardini pubblici, dalla scarpata adiacente al passaggio pedonale del Castello Svevo fino all’area del monumento a Re Umberto I.
Il cantiere si è arrestato all’incrocio tra via Cristoforo Colombo e via Giovanni Saraceno e, da oltre un mese, non si registrano attività. Al loro posto è rimasto uno scavo delimitato da una rete di protezione in più punti divelta e in evidente stato di incuria. Una situazione che, secondo Di Franco, rappresenta un potenziale pericolo per la sicurezza dei cittadini, in particolare dei più giovani.
L’appello rivolto alle autorità è chiaro: riprendere al più presto i lavori o, quantomeno, mettere in sicurezza e ripristinare l’area, restituendo decoro e sicurezza a uno degli spazi pubblici più frequentati e simbolici della città.