Corsa contro il tempo
Fondi Fesr europei, Catania rischia di perdere decine di milioni
A due anni dalla scadenza soldi non ancora spesi per alloggi universitari, servizi sociali, sanità, scuole, progetti green e start-up
Comuni, aziende pubbliche e private, scuole, a Catania e nell’hinterland hanno un problema comune: la difficoltà di spesa dei fondi europei. Una criticità che riguarda la programmazione Fesr, in scadenza formale il 31 dicembre 2027, dunque tra poco più di due anni. Le risorse destinate dall’Unione europea per la riduzione degli squilibri economici tra le regioni, finanziano interventi che spaziano dalla riqualificazione urbana allo sviluppo dei quartieri. Milioni di euro sono disponibili per infrastrutture a supporto delle start up, contratti di specializzazione in area medica, borse di dottorato. Nella fascia jonica, ad Acireale, sono stati concessi fondi anche per l’acquisto di protesi odontoiatriche destinate ai cittadini più poveri. Nella fascia pedemontana, in particolare a Belpasso, il sostegno si concentra su scoperte imprenditoriali e investimenti green, tramite il Mimit. Nei comuni etnei i fondi Fesr sono impiegati esclusivamente per progetti di formazione e iniziative scolastiche. Nei comuni autonomi, quelli ad oltre 45 chilometri da Catania, come Militello o Mazzarrone, i soldi ci sono per la riqualificazione edilizia di due scuole. Entrando nel dettaglio di Catania, dall’analisi dei dati OpenCoesione emergono, tra gli altri, 25 milioni di euro non spesi per la realizzazione degli alloggi universitari nell’area dell’ex ospedale Tomaselli, in via Passo Gravina. Avviata invece la spesa dei 9 milioni destinati alle comunità alloggio per donne e minori, con oltre 3,5 milioni già impegnati. Restano fermi 8,8 milioni per le borse Ersu 2024/2025 e altrettanti per un hub di servizi per minori, mentre risultano interamente spesi i 6,5 milioni delle borse Ersu 2023/2024. Per i servizi ai senza fissa dimora sono disponibili 6 milioni, di cui appena 253.000 euro utilizzati. Ancora da spendere 5,5 milioni per l’adeguamento dei consultori. Due milioni sono destinati alla riqualificazione del mercato di Picanello e alla sua trasformazione in polo civico di quartiere. Altrettanti al sostegno alle start up e al potenziamento degli asili nido. Altri 2 milioni sono disponibili per il miglioramento dell’accessibilità nel quartiere Civita. Altri 3,5 milioni potrebbero finanziare interventi in piazza Carlo Alberto, mentre 2,4 milioni possono essere spesi per la mitigazione del rischio idraulico, tema particolarmente sensibile per Catania. Tutti questi progetti non sono ancora stati avviati. In ambito sanitario risultano non spesi 4 milioni per la costituzione di un’équipe multidisciplinare per attività cliniche. 3,8 milioni per i contratti di specializzazione medica. Due milioni per la dotazione di farmaci e l’erogazione di prestazioni socio-sanitarie. Non utilizzati anche 511.000 euro per la formazione del personale e il potenziamento delle campagne informative, con il coinvolgimento dei farmacisti nelle attività di screening oncologico. Sui versanti dell’Etna, OpenCoesione segnala una decina di progetti finanziati a soggetti privati, soprattutto tramite il Mimit, non ancora avviati. Oltre 2 milioni di euro a testa sono stati affidati ad imprese come Parmin o D’Arrigo Francesco di Belpasso, 2,2 milioni alla Bionap per una scoperta imprenditoriale. Nella stessa zona, a Paternò, 155 milioni sono stati già assegnati all’Ics Giovan Battista Nicolosi e 102 milioni per i percorsi Iefp. Tutti non utilizzati.
Nella fascia jonica, ad Acireale, restano bloccati 3,1 milioni per la parità di accesso ai servizi sociali e sanitari, 1,8 milioni per il piano "Prendersi cura della salute mentale" e la stessa somma per l’acquisto delle citate protesi odontoiatriche riservate ai poveri della città.
I comuni etnei, orientati alla formazione, hanno in portafoglio una media di 98.000 euro per i percorsi Iefp, richiesti in maggiore quota dai comuni di Tremestieri Etneo e Sant’Agata li Battiati. Proprio a Battiati la spesa supera il 50 per cento in quattro filoni legati alla terza annualità dei percorsi, ma restano comunque quasi 2 milioni di euro da utilizzare. A Militello Val di Catania risultano assegnati 3,1 milioni di euro alla scuola Pietro Carrera per la realizzazione, la messa in sicurezza e la riqualificazione dell’edificio scolastico: fondi già ottenuti ma non ancora spesi. Una situazione simile c’è a Mazzarrone, dove 1,1 milioni di euro sono stati finanziati per la demolizione e ricostruzione dell’edificio che ospita l’Istituto comprensivo Sciascia, ed è tutto fermo. Con l’avvicinarsi del nuovo anno, il 2026 segnerà l’avvio del conto alla rovescia decisivo per la spesa. "Ultima chiamata" per trasformare le risorse ottenute in cantieri, servizi e per ridurre il gap con il resto d’Europa. Al netto delle possibilità di proroga fino a dicembre 2029.