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L'iniziativa

"La strage non è servita a niente, gli omicidi continueranno": il grido di dolore di Monreale

Una sorella chiede giustizia e prevenzione: l'associazione "Memoria, Amicizia, Speranza" punta a educare i giovani e a riformare carceri e leggi dopo la strage di Monreale

Luigi Ansaloni

28 Dicembre 2025, 17:27

"La strage non è servita a niente, gli omicidi continueranno": il grido di dolore di Monreale

«Sono sicura che gli omicidi a Palermo non si fermeranno se non cambia qualcosa, se la legge non si fanno sentire, se non si dà un giusto significato alla parola omicidio. È impensabile pensare che l’assassino di mio fratello dopo 8 anni lo potrei rivedere fuori e magari di nuovo a commettere un ulteriore omicidio, perché dentro le carceri spesso non c’è una vera rigenerazione e civilizzazione»

A parlare è Claudia Pirozzo, sorella di Massimo, uno dei tre giovani di Monreale uccisi in strada nella notte di un fine settimana dello scorso aprile, quando un gruppo di coetanei esplose 17 colpi di pistola tra la folla. Insieme ai familiari di Andrea Miceli e di Salvatore Turdo, le altre due vittime di quell’eccidio, Pirozzo ha dato vita all’associazione “Memoria, Amicizia, Speranza”, nata con l’obiettivo di diffondere la cultura della legalità a partire dalle scuole, comprese quelle del quartiere Zen di Palermo, da cui provengono i tre accusati della strage: Salvatore Calvaruso, Samuel Acquisto e Mattias Conti.

«La strage di Monreale non è servita ad aprire uno stato di emergenza – aggiunge Claudia Pirozzo –. Diciamo che è stata sottovalutata. Da 8 mesi noi ne parliamo in manifestazioni e convegni. La strage di Monreale doveva rappresentare un allarme, ma in realtà così non è stato. Perché l’omicidio di Paolo Taormina, avvenuto a Palermo lo scorso ottobre, non dico che poteva essere evitato, però se qualcosa si fosse mosso fin dall’indomani della strage di Monreale, forse qualcosa sarebbe cambiato»