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Rigenerazione urbana

Messina, La Fenice rinasce a Tremonti: il parco al posto dei palazzi (demoliti) restituisce vita e speranza a "Casa Nostra"

Da simbolo di speculazione a parco pubblico a Tremonti. Tre milioni per la rinascita del quartiere tra sicurezza, manutenzione e gestione partecipata

Fortunato Marino

30 Dicembre 2025, 07:42

Parco La Fenice

È il simbolo di rinascita per un intero quartiere. Segno di riscatto sociale ed ambientale per un territorio balzato alle cronache nazionali, alla fine degli anni ’80, per una tra le più imponenti operazioni di speculazione edilizia realizzate a Messina con il concorso di imprese vicina a Cosa Nostra. Da qualche giorno, finalmente, è stato reso fruibile il parco “La Fenice” che sorge vicino al complesso “Casa Nostra” a Tremonti. Alla vigilia di Natale c’è stato un sopralluogo dell’assessore alle Manutenzioni, Massimo Minutoli, del consigliere della V Municipalità, Giuseppe Puglisi, e del rappresentante del comitato “Risaniamo Casa Nostra”, Silvestro Bonanno, per definire gli ultimi interventi. Negli scorsi mesi, a sollecitare l’apertura della struttura, già completata e collaudata nel 2024, costata 3 milioni di euro, era stato il consigliere comunale di Ora Sicilia, Giandomenico La Fauci.

Il parco che, oggi, finalmente è realtà: è stato realizzato su un’area precedentemente occupata da 7 palazzi, poi demoliti perché pericolanti. Un complesso residenziale sorto su un terreno caratterizzato da un fenomeno di dissesto idrogeologico, con materiali edili scadenti e senza alcun criterio antisismico.

Un “mostro” di cemento costruito sulle colline di Messina, tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, dall’impresa Sicis spa di Bagheria, considerata vicina al boss Michelangelo Alfano, all’epoca, in grado di condizionare gli appalti immobiliari privati in riva allo Stretto.

Un’odissea per 78 famiglie costrette, nel 1993, a lasciare le loro abitazioni. La Procura di Messina ha anche aperto un’inchiesta. Nel 2006 il caso è finito sotto la lente di ingrandimento della commissione parlamentare antimafia. Nel 2013 le demolizioni, grazie ad un finanziamento regionale, e la scelta, concordata con i residenti, di dare vita ad un parco urbano che Palazzo Zanca ha deciso di aprire, al termine di un complesso iter amministrativo e burocratico.

È stato attivato il sistema di videosorveglianza, necessario dopo i recenti atti vandalici e sono stati eseguiti gli interventi di manutenzione del verde. Predisposto il progetto per la realizzazione dell’impianto di irrigazione. Il Comune, a breve, pubblicherà un bando per l’affidamento della gestione. Interlocuzioni in corso con il comitato dei cittadini che potrebbe assumersi questo compito. Ma non si esclude il pieno coinvolgimento di Messina Servizi o di altri soggetti. Nel frattempo, si lavora per mettere in sicurezza alcune aree. Ma, comunque, è l’inizio di un nuovo capitolo, che segna la rinascita di un territorio.