il caso
«Bravata? Non ho paura e non mi rassegno»: dopo le fucilate parla il parroco dello Zen
Gli spari a una porta della chiesa: padre Giannalia chiede una reazione della comunità
«Anche se si trattasse di una bravata resta comunque inconcepibile che una persona giri armata di fucile sparando diversi colpi alle porte di una chiesa e che poi alle stesse porte piazzi anche esplosivo. Che qualcuno pensi di poter fare questo e lo faccia con un senso delirante di impunità e tracotanza è molto grave». Non usa mezzi termini e usa toni volutamente forti Padre Giovanni Giannalia, parroco della chiesa di San Filippo Neri a Palermo, colpita da un atto che definire vandalico è poco. Il portone della chiesa e le strutture annesse sono state centrate da alcuni colpi di arma da fuoco, danneggiate, sventrate, colpite. Nessuno si è fatto male ma il valore simbolico è stato enorme, in un luogo come lo Zen, da tanto, troppo tempo alle prese con problemi enormi.
«Il fatto che quel luogo poi in questi mesi sia stato sede di numerosi incontri di reazione al degrado del quartiere e ai tristi avvenimenti che lo hanno avuto per oggetto non può non far riflettere - continua padre Giannalia -. Le commissioni antimafia, gli stati generali, l’incontro delle comunità di Monreale e Palermo guidate dai loro vescovi, vari incontri di promozione culturale e tra associazioni e quartiere, tutto questo forse comincia a dare fastidio a chi vorrebbe un quartiere muto e sottomesso per continuare a muoversi indisturbato. Sì, sembra un gesto sconsiderato perché poi attira ancora più l’attenzione sul territorio. Ma di gesti sconsiderati provenienti da questo quartiere negli ultimi tempi se ne sono visti parecchi, mi sembra quindi una pista da non escludere».
Padre Giannalia ha poi continuato negando di temere per la sua incolumità. «Detto ciò vorrei sottolineare che tali azioni non mi fanno paura a livello personale ma mi indigna fortemente vedere una porzione della nostra Palermo, della nostra Sicilia, della nostra nazione in mano alla criminalità e alla devianza giovanile. Ieri, dopo questi atti, è andato regolarmente in scena lo spettacolo che stavamo preparando e non sarà l’ultimo - dice il prete -. Mentre prego per la conversione di quanti hanno compiuto tali atti, faccio appello da un lato alle istituzioni e dall’altro alla comunità perché reagiscano a questo stato di cose per salvare e liberare questa comunità che non può e non deve diventare un ghetto malavitoso. C’è tanto bene in questo quartiere ma dobbiamo evitare che si spenga nella rassegnazione. Io credo che si possa ancora liberare e salvare questo quartiere ma bisogna rimboccarci le maniche tutti e soprattutto non avere paura».
Intanto continuano le indagini per risalire agli autori del gesto nel quartiere dello Zen. La perizia della polizia ha confermato la dinamica dei fatti, con gli agenti della scientifica che hanno anche rilevato diversi colpi di fucile calibro 38 recenti, con i bossoli che erano ancora lì per terra.